Al centro delle indagini della procura di Pavia sul delitto di Garlasco e l’uccisione di Chiara Poggi nel 2007 ora c’è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Ieri è emerso come sia stata rilevata un’impronta della sua mano sulla parete destra delle scale che portano alla taverna di casa Poggi, dove è stato ritrovato il corpo di Chiara.
Oggi la difesa di Sempio, con gli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, prova a spiegare che la presenza del loro assistito nella villetta ai tempi era abituale: “Andrea ha frequentato ogni angolo della casa, tranne la camera da letto dei genitori di Chiara e di Marco”.
Perché è stata ritrovata la traccia della mano di Sempio nella casa di Garlasco
Insomma, secondo gli avvocati Sempio frequentava anche la taverna e per questa ragione è normale aver trovato una sua impronta lì dove è stato ritrovato il corpo di Chiara. Le tracce di Sempio sono ritenute dai suoi legali normali, perché il giovane frequentava la casa.
Quella della mano è una traccia che è stata repertata all’epoca ma ai tempi venne giudicata non utile perché priva di sangue e illeggibile. Ora, invece, viene attribuita a Sempio. Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha spiegato cosa è cambiato da allora: “L’impronta 33 evidenziata mediante l’impiego della ninidrina, è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche”. La traccia è stata analizzata “alla luce della nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software”.
Anche sulla base di questa impronta è arrivata la tripla convocazione in procura per Sempio, per il suo amico Marco Poggi e per Alberto Stasi. Ricordiamo che Sempio non si è presentato per un cavillo sollevato dai suoi difensori sulla convocazione. Marco, invece, nella sua testimonianza ha detto che “può essere” che Andrea “sia sceso anche in cantina”. Una testimonianza che potrebbe essere utile per spiegare la presenza dell’impronta della sua mano.