Dieselgate, la falla Volkswagen si allarga. Ora si indaga pure in Usa, Francia e Italia. L’Antitrust alza il tiro sulla casa automobilistica tedesca

Dieselgate, la falla Volkswagen si allarga. Ora si indaga pure in Usa, Francia e Italia. L'Antitrust alza il tiro sulla casa automobilistica tedesca

La paura del contagio fa muovere anche Usa, Italia e Francia sullo scandalo emissioni che ha coinvolto la casa automobilistica tedesca della Volkswagen. L’autorità garante per la concorrenza italiana e la procura di Parigi hanno deciso di aprire un’indagine sulla vicenda delle emissioni “truccate”. L’autorità garante della Concorrenza ha avviato un procedimento istruttorio per verificare la possibilità di una pratica commerciale scorretta da parte della società. L’ipotesi è che i consumatori potrebbero essere stati indotti in errore nelle loro scelte d’acquisto dai claims utilizzati da Volkswagen su emissioni e classe di omologazione all’interno delle proprie campagne pubblicitarie e nei depliants informativi distribuiti dai concessionari e rivenditori. Una condotta scorretta negli anni che vanno dal 2009 al 2015 e relativa ai marchi Volkswagen, Audi, Seat e Skoda. Parigi, invece, indaga per frode aggravata.

Brutte notizie arrivano anche dagli Stati Uniti. L’Epa, l’agenzia a stelle e strisce per la protezione ambientale, ha fatto sapere che estenderà le immagini anche su altri modelli le indagini per verificare se i trucchi sulle emissioni hanno riguardato anche altre vetture. Sotto la lente finiranno 28 modelli di Bmw, Chrysler, Gm, Land Rover e Mercedes. A rivelare delle nuove indagini sui dispositivo anti-smog è stato il Financial Times. Tra i modelli che verranno testati dall’Epa ci sono il Gran Cherokee di Chrysler, l’X3 di Bmw, il Range Rover TDV6 e l’E250 Blue Tec di Mercedes.

La casa di Wolfsburg nel frattempo ha fatto sapere che al massimo entro una settimana renderà noti i dettagli del piano di riadattamento che dovrebbe coinvolgere gli 11 milioni di vetture diesel che sono state taroccate. Una pulizia che dovrebbe permettere ai possessori di quelle auto di non dover truccare i dati sulle emissioni. Allo stesso tempo la casa tedesca ha rincarato la caccia ai responsabili, facendo sapere, però, che prima di qualche mese non sarà possibile venire a capo della matassa per punire i veri responsabili di quello che rappresenta uno dei più grandi scandali che abbia mai interessato una casa automobilistica. Trema però il colosso in Borsa. Continuando a perdere colpi e a bruciare milioni. Anche oggi il titolo Volkswagen ha perso toccando un nuovo minimo da 4 anni di 91,60 dollari ad azione.