Disabili abbandonati e presi in giro. Il Governo prima aumenta il fondo e poi con le Regioni lo taglia di 50 milioni

Il Fondo per i disabili era stato aumentato da 450 a 500 milioni di euro. Poi il dietrofront: finanziamento tagliato all'insaputa del ministero del Lavoro

Classica situazione in cui è difficile capire se ridere o piangere. Perché il giochino del Governo guidato da Paolo Gentiloni lascia terribilmente senza parole. Ci sarebbe quasi da complimentarsi per la furbata, se non fosse che di mezzo ci sono centinaia di migliaia di disabili che sul Fondo per le non autosufficienze contano tanto. E invece non c’è niente da fare: sono stati gabbati dal Governo e dalle Regioni. Per capire cosa è successo facciamo un passo indietro. È fine dicembre quando il Governo licenzia il decreto-legge sul Mezzogiorno (convertito in legge, poi, a fine febbraio di quest’anno), nel quale, su spinta del ministero del Lavoro e di Giuliano Poletti, si inserisce una norma che prevede una aumento importante e corposo del Fondo per le non autosufficienze che passa, per quest’anno, da 450 a 500 milioni di euro. Evviva. Aveva ragione Matteo Renzi: questo è davvero l’Esecutivo impegnato sul sociale. Peccato, però, che l’incremento del fondo sia durato soltanto il tempo di dirlo.

Metti e togli – La verità di quanto accaduto è stata svelata giovedì scorso per il tramite del Sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, che nel rispondere a un atto parlamentare (presentato peraltro da una deputata dem, Donata Lenzi) ha confermato il taglio del Fondo per le non autosufficienze, passato da 500 a 450 milioni di euro. Senza che nessuno, di fatto, ne sapesse nulla. A cominciare – ecco l’assurdo – dallo stesso ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. È lo stesso Bobba, d’altronde, a dirlo chiaramente: “il Ministero – dice il sottosegretario in risposta all’interrogazione – non è stato in alcun modo coinvolto nell’istruttoria dell’intesa (e dunque dei tagli, ndr), oggetto di confronto con il solo Ministero dell’economia e delle finanze”. In altre parole: a fine dicembre è stato deciso di aumentare il Fondo di 50 milioni, salvo poi tagliare di 50 milioni (appunto) lo stesso Fondo per quanto deciso dalla Conferenza Stato-Regioni che, a quanto pare, si è riunita all’insaputa del ministero del Lavoro, nonostante sia questo il dicastero che gestisce i Fondi per le non autosufficienze. Insomma, il delirio più totale, che inevitabilmente ha fatto sobbalzare le varie associazioni impegnate nel sociale, a cominciare dal presidente della Fish Vincenzo Falabella, secondo il quale “è un pessimo segnale per il futuro delle politiche sociali in Italia. Un colpo assestato dopo aver fatto balenare l’ipotesi di progettare e costruire livelli essenziali di assistenza in ambito sociale validi in tutto il Paese, di definire un Piano per la non autosufficienza, di aprire una stagione in cui l’attenzione all’inclusione sociale fosse significativa e unificante”. E invece, nulla di tutto questo. Col rischio, poi, che i ritardi delle Regioni complichino il quadro.

Il cattivo esempio siciliano – L’esempio più lampante è quello siciliano. Tanto hanno fatto discutere le polemiche in Sicilia sullo stato di abbandono dei disabili. A riguardo è intervenuta la parlamentare M5S Giulia Di Vita, che ha interrogato – ancora una volta – il ministero del Lavoro. La risposta che è arrivata alla deputata è raggelante: “Le risorse relative al fondo per le non autosufficienze per il 2016 sono state erogate al termine dell’anno alle sole Regioni che hanno presentato la programmazione richiesta; la Sicilia non è tra queste”. Cosa vuol dire questo? Semplice: la Sicilia non ha riscosso i fondi che le erano stati assegnati per il 2016. Si trattava di 32,4 milioni rimasti nel cassetto. Con buona pace dei disabili.

Tw: @CarmineGazzanni