Disoccupazione, un dramma senza limiti

dalla Redazione

Dopo la crescita della fiducia delle imprese arriva un altro dato quello sulla disoccupazione. E non è altrettanto positivo. Perché se è vero che nello scorso mese di settembre è cresciuto il numero degli occupati in Italia, nel computo annuale si registra ancora un’impennata della disoccupazione. Secondo l’Istat, nel complesso, il numero di disoccupati a settembre è pari a 3 milioni 236 mila in aumento dell’1,5% rispetto ad agosto (+48 mila) e dell’1,8% su base annua (+58 mila). Mai così alto dall’inizio delle serie storiche (2004) mentre il tasso di disoccupazione al 12,6% si mantiene sui livelli già noti e altissimi.

UN PICCOLO SEGNALE
Secondo le stime provvisorie dell’Istat, lo scorso mese, gli occupati sono 22 milioni 457mila, in aumento di 82mila unità (+0,4%) su base mensile e di 130mila (+0,6) su base annua. Dopo quattro anni neri, nella maniera più assoluta, il tasso di occupazione è tornato a salire attestandosi al 55,9%. Secondo i tecnici dell’Istat, l’aumento del numero di occupati “sitratta di un primo segnale positivo dopo mesi in cui l’occupazione aveva raggiunto livelli minimi”. Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, salito di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,5 punti rispetto a dodici mesi prima. Cala anche il tasso di disoccupazione giovanile, anche se il dato appare drammatico e con pochi eguali. A settembre si è attestato al 42,9%, giù dello 0,8% rispetto ad agosto ma in rialzo dell’1,9% nel confronto con settembre 2013. Sono questi i dati dell’Istat. I ragazzi senza lavoro, tra i 15 e i 24 anni, sono 698 mila. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all’11,7%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 0,6 punti su base annua. È senza lavoro l’11,7% del totale della popolazione in questa fascia di età. E per questa fascia d’età, un’approfondita analisi del Centro studi “Impresa Lavoro”, ha dimostrato anche il totale fallimento del programma comunitario “Garanzia giovani”: “Doveva favorire l’occupazione. Ma ogni offerta di lavoro ci è costata 58.700 euro”, questa l’amara considerazione finale.