Dissequestro lampo di Fanpage. Ma c’è poco da stare sereni. Parla il direttore del quotidiano online, Cancellato: “Libertà di stampa sotto attacco, grave precedente”

Parla il direttore del quotidiano online Fanpage, Francesco Cancellato: "Libertà di stampa sotto attacco, grave precedente".

Dissequestro lampo di Fanpage. Ma c’è poco da stare sereni. Parla il direttore del quotidiano online, Cancellato: “Libertà di stampa sotto attacco, grave precedente”

È soddisfatto il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato: dopo solo 24 ore è stato revocato il sequestro, mediante oscuramento, dei video relativi dell’inchiesta Follow The Money sui fondi della Lega (leggi l’articolo). Qualcosa che non ha precedenti nella storia e che rappresenta una grave violazione della libertà di stampa: rimane l’amarezza, spiega Cancellato, “Non c’è niente da festeggiare, quello che è successo è comunque il segnale che la libertà di stampa è sotto attacco”.

Direttore ma cosa era successo? Un atto senza precedenti…
“È successo che era ci arrivato un decreto dal Tribunale di Roma che imponeva un sequestro preventivo mediamente oscuramento di due contenuti dei video in base ai quali abbiamo costruito l’inchiesta sull’ex sottosegretario leghista all’Economia Durigon e sui fondi della Lega, inchiesta in due parti che peraltro è ormai di dominio pubblico visto che è stata ripresa anche da altri siti e da altri giornali, ormai è praticamente ovunque anche perché le due tranche sono state pubblicate ad aprile e giugno. La Procura – che ieri sera ha disposto la revoca – aveva aperto un fascicolo a seguito di una querela contro ignoti presentata dal comandante generale della guardia di Finanza Giuseppe Zafarana. Siamo rimasti stupefatti ovviamente, le querele nella nostra professione sono all’ordine del giorno ma in questo caso c’erano degli elementi che non hanno precedenti: la nostra testata è registrata, è noto il direttore responsabile ed è noto anche l’autore degli articoli ma la querela è stata presentata nei confronti di ignoti. E non è finita qui: si era chiesto il sequestro per la possibilità di reiterazione del reato ma come ho già spiegato è già tutto di dominio pubblico. E il terzo elemento è quello più paradossale: non c’è nessuna condanna. Nessun giudice in nessun grado di giudizio ha ritenuto che quell’inchiesta fosse diffamatoria”.

L’Ordine dei giornalisti e la maggior parte dei politici ha preso posizione a vostra difesa, a parte il centrodestra. Si aspettava un segnale anche da loro? La libertà di stampa dovrebbe essere un diritto acquisito e universalmente riconosciuto a prescindere dal colore politico. Che ne pensa?
“Dalla politica abbiamo avuto una risposta talmente positiva da sorprenderci, visto il clima di ostilità nei confronti della stampa in questo momento. Da parte del centrodestra c’è stato silenzio ma in realtà secondo me più dovuto ad imbarazzo che ad altro. Mi sarei aspettato più solidarietà dal mondo giornalistico, non dai singoli colleghi che si sono mobilitati in massa e che voglio pubblicamente ringraziare, ma dalle testate: una cosa del genere potrebbe capitare a tutti e creare un precedente, evidentemente non hanno compreso fino in fondo la gravità di un atto del genere che aveva tentato di colpire il giornalismo e la libertà di stampa. In ogni caso il presidente dell’Odg Carlo Verna e il sindacato Fnsi con Beppe Giulietti ci sono stati a fianco”.

Anche perché già ci sono le querele temerarie che dilagano…
“Assolutamente, già ci sono le querele temerarie che vengono usate con molta leggerezza al solo scopo di intimidire. La stampa libera sta sulle scatole, questa è la verità. Ma questa vicenda non ci ha intimidito, abbiamo lavorato con serietà su quelle inchieste, con delle fonti attendibili: dal nostro punto di vista sono blindate e, ci tengo a sottolinearlo, il nostro editore – che è un editore puro, libero e coraggioso – ci ha sempre dato supporto sull’attività d’inchiesta e lo sta facendo anche in questi giorni”.