Diventare ministro è un business editoriale

di Stefano Sansonetti

Non conta tanto aver guadagnato o perso uno scranno ministeriale. Quel che è più importante, soprattutto per una casa editrice, è che il personaggio di turno sia improvvisamente diventato più mediatico di prima. Il tutto per poter riproporre al grande pubblico le fatiche letterarie dell’interessato. Si pensi al caso di Dario Franceschini, da poco accomodatosi sulla poltrona di ministro dei beni culturali del governo di Matteo Renzi. Occasione troppo ghiotta, devono essersi detti dalle parti della Bompiani (gruppo Rcs). E così la casa editrice ha colto la palla al balzo per riproporre paginate in cui pubblicizza quattro romanzi del ministro-scrittore: “Nelle vene quell’acqua d’argento” (anno 2006, oggi venduto a 6 euro), “La follia improvvisa di Ignazio Rando” (2007, 13 euro), “Daccapo” (2011, 16,9 euro) e “Mestieri immateriali di Sebastiano Delgado” (2013, 9 euro).

Ora, tralasciando la constatazione che Franceschini, già ministro ed esponente di spicco del Pd, ha trovato davvero tanto tempo in questi anni per occuparsi di romanzi, non si può fare a meno di notare come il suo approdo ai beni culturali apra nuove prospettive di guadagno per lui e per la Bompiani. Per la serie: carpe diem. E che dire di Cecile Kyenge, ex ministro dell’integrazione del governo di Enrico Letta? Subito dopo la sua uscita dall’esecutivo è stato dato alle stampe “Ho sognato una strada”, libro il cui titolo richiama un po’ alla mente il famoso “I have a dream” di Martin Luther King. Il testo è edito da Piemme, del berlusconiano gruppo Mondadori, e costa 14 euro (che diventano 6,99 nella versione e-book). Anche qui, forse con un eccesso di malizia, qualcuno potrebbe chiedersi come abbia fatto l’ex ministro a trovare il tempo di scrivere un libro mentre era impegnata in un governo chiamato ad affrontare gravi emergenze nel paese. Ma tant’è. Per non parlare poi dell’imbarazzo delle case editrici nel fornire dati minimi circa le fatiche letterarie in questione. Né Bompiani né Piemme, i cui uffici stampa sono stati contattati da La Notizia, hanno voluto fornire elementi circa le copie vendute. Reticenza incredibile, probabilmente dettata dal fatto che si tratta di autori politicamente “sensibili”. Sarebbe però in torto chi dovesse pensare che lo sfruttamento dell’attimo (letterario) fuggente sia caratteristica solo di Franceschini, Kyenge e dei loro editori. Quando la Boldrini venne nominata presidente della Camera, Rcs rimise in circolo “Sotto le montagne non si incontrano mai” (16 euro) e “Tutti indietro” (18 euro), opere scritte qualche tempo prima. Parte dei proventi di due libri, va detto, viene destinata a scopi benefici. Ma c’è anche Pietro Grasso. Dopo la sua nomina alla presidenza del Senato, Sperling & Kupfer ha ricominciato a pubblicizzare “Per non morire di mafia” e “Liberi tutti”, all’epoca venduti a 9,50 euro. Perché il segreto, quando si diventa famosi, è non perdere tempo e cercare subito di far soldi sfruttando la notorietà acquisita.

Twitter: @SSansonetti