Dopo 14 giorni in mare, la Sea Watch forza il blocco, entra in acque italiane e fa rotta verso Lampedusa. La capitana Rackete: “I 42 migranti sono allo stremo”. Azione formale della Farnesina contro l’Olanda

Il capitano Carola Rackete l’aveva già annunciato: qualunque fosse stata la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, la Sea Watch sarebbe sbarcata in Italia. E così è stato: la nave della ong tedesca battente bandiera olandese, che da 14 giorni è in mare a largo di Lampedusa con 42 migranti a bordo, ha deciso di entrare in acque territoriali italiane. Ingresso che le è vietato dal decreto Sicurezza bis, che le impone una multa da 10mila a 50 mila euro. “Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa – ha detto il capitano -. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”. In 14 giorni, lamenta la ong, “nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati. La nostra Comandante non ha scelta”.

All’ngresso in acque italiane motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia costiera hanno intimato alla Sea Watch l’alt. Ma la nave è andata dritta per la sua strada, fino ad arrivare a Lampedusa.

Da Bruxelles intanto la Commissione, ha riferito la portavoce Natasha Bertaud, “ha ricevuto una richiesta di sostenere proattivamente gli Stati membri cercando delle soluzioni di ricollocamento per le persone a bordo della Sea Watch una volta che saranno sbarcate. Quindi stiamo agendo in seguito a questa richiesta. Siamo in contatto con diversi Stati membri per trovare una soluzione per il ricollocamento dopo lo sbarco”. Al momento, però, non c’è nessuna “decisione sullo sbarco. È una decisione che non compete alla Commissione, quindi non siamo nella posizione di designare un porto per lo sbarco, ma quello che possiamo fare, e che stiamo facendo, è organizzare proattivamente il seguito, cioè cosa fare una volta che lo sbarco verrà deciso”, ha aggiunto la portavoce dell’esecutivo comunitario.

Non poteva mancare, sull’intera vicenda, il commento di Matteo Salvini che in diretta Facebook va all’attacco: “Chi se ne frega delle regole ne risponde, lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati pagata non si sa da chi. Se qualcuno pensa che le leggi sono barzellette pagherà fino in fondo”, ha aggiunto. “Io non do autorizzazione allo sbarco a nessuno, non la do e non la darò mai, nessuno pensi di poter fare i porci comodi suoi. I governi di Olanda e Germania ne risponderanno, sono stufo”. “La comandante – ha poi aggiunto ancora Salvini – sappia che l’autorizzazione allo sbarco non c’è, schiero la forza pubblica, il diritto alla difesa dei nostri confini è sacra. Se in Europa esiste qualcuno ora li dimostri, se c’è governo ad Amsterdam con un po’ di dignità lo dimostri”. Di fatto, poco dopo la diretta, ha riferito la Farnesina, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha dato “istruzioni all’Ambasciatore d’Italia all’Aja di fare, immediatamente, un passo formale presso il governo olandese” sul caso della Sea Watch. Interviene anche Luigi Di Maio: “L’Europa deve svegliarsi, ecco cosa penso – ha detto all’Ansa -. Penso che l’Europa debba aprire gli occhi, fare un tavolo e rivedere Dublino perché non è possibile che tutti i migranti continuino a sbarcare in Italia. Non abbiamo bombardato noi la Libia“. E Giorgia Meloni chiede che la nave, una volta sbarcati i migranti, venga affondata.