Dopo le polemiche sui contanti, il Governo spinge i bancomat. Emendamento alla Manovra cassa il tetto di 30 euro. Sotto questa soglia pagamenti digitali da accettare

di Maurizio Grosso

Chissà, magari è soltanto un modo per archiviare una volta per tutte la polemica legata alla decisione del Governo di aumentare a 3 mila euro il tetto per l’utilizzo del contante. Sta di fatto che ieri in commissione bilancio della Camera, dove è all’esame la Manovra, il Pd ha presentato un emendamento che punta a cancellare il tetto dei 30 euro sotto il quale si potevano rifiutare i pagamenti digitali. L’emendamento prevede anche sanzioni per chi non rispetta la norma e taglia le commissioni per le microtransazioni fino ai 5 euro. Se da un lato l’Esecutivo ha dato una spinta all’uso del contante, sembra allora il caso di dire, dall’altra cerca di creare le condizioni anche per incentivare l’uso dei vari bancomat e carte di credito.

LA VALUTAZIONE
“E’ una questione di libertà. Vogliamo che i cittadini siano liberi di scegliere come pagare, in qualunque situazione”, ha spiegato ieri Sergio Boccadutri, responsabile innovazione del Partito democratico che ha presentato un emendamento. Certo è che Baccadutri, già tesoriare di Sel, poi salito sul carro renziano, non è uno che si intimidisce di fronte agli emendamenti discutibili o comunque un po’ scomodi. Era stato proprio lui, tempo fa, a presentare il famoso emendamento che ha reso possibile una sorta di sanatoria per i partiti che non si sono fatti convalidare i bilanci. Con ciò consentendo alle stesse formazioni di intascare la tranche residuale di finanziamento pubblico, inizialmente legata proprio al controllo sui documenti contabili. Insomma, nonostante la transizione verso l’addio al contante sia lunga e faticosa, qualcosa si muove. Il 30 giugno dello scorso anno è entrata in vigore la norma che impone a commercianti e professionisti di “accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito”, quando la somma è superiore ai trenta euro: una legge che – per il momento – non ha spinto l’utilizzo della moneta elettronica (fino a oggi non erano previste sanzioni per il mancato utilizzo), ma ha contribuito a sensibilizzare i commercianti.

LE CIFRE
Nel 2014, infatti, il numero di Pos in circolazione in Italia è aumento del 20% a quota 1,8 milioni. Un recente studio di SoS Tariffe denunciava un calo del 13%, ma il dato è smentito dai numeri ufficiali di Banca d’Italia (la contrazione c’è solo per gli strumenti postali). D’altra parte il costo d’installazione dell’apparecchio oscilla tra i 25 e 180 euro annui, in alcuni casi è addirittura gratuito perché alla società di pagamenti interessano soprattutto le transazioni. “Il problema non è tanto nelle sanzioni, quanto nella cultura”, ha detto ancora Boccadutri ricordando che “le frodi rappresentano lo 0,022% delle transazioni in Italia, una dato inferiore alle media Sepa che è allo 0,039%, eppure tanti hanno ancora paura di essere in qualche modo raggirati. Oggi la spinta all’utilizzo della carta di credito è visto solo in un’ottica di lotta all’evasione fiscale, in realtà sarebbe in grado di attivare tante economie di scale facendo risparmiare tutti”.