Draghi fa crollare le Borse

di Sergio Patti

La politica monetaria da sola non basta. Adesso tocca ai governi fare la loro parte, con le riforme, per rimettere in moto un’economia che frena ancora. Questa la versione di Mario Draghi, ribadita anche ieri a Napoli dopo il board della Bce. Nelle sue parole però ci sono troppe cose che non quadrano, tant’è vero che dopo averlo sentito le Borse europee sono praticamente crollate. Un bagno di sangue, che ha fatto perdere a Piazza Affari quasi il 4% in un colpo solo. Complimenti. Ma cosa non convince del discorso di Draghi? Intanto l’assoluta falsità di alcune affermazioni.

MEMORIA CORTA
Quando il numero uno della Banca centrale europea dice che negli ultimi quattro-cinque anni l’istituto di Francoforte è stato molto attivo afferma qualcosa di storicamente non vero. La Federal Reserve o la Banca centrale del Giappone sono state fortemente attive, affrontando subito il problema della crisi finanziaria versandando sui loro mercati un mare di liquidità. In quello stesso momento la Bce teneva invece i tassi altissimi, difendendo quel super euro che faceva comodo ai tedeschi, ma ha ammazzato l’industria manifatturiera di mezza Europa. Solo molto più di recente, quando il continente è finito a un passo dalla deflazione, la Banca centrale si è svegliata abbassando quasi a zero i tassi. Mossa tardiva e quasi inutile, visto che le banche non erogano il credito e, se lo fanno, impongono condizioni al limite dei tassi usurai. Draghi, si dirà, ha salvato la moneta comune nei mesi caldi dello spread alle stelle. Vero, ma anche li si arrivò tardissimo, solo dopo che l’incendio aveva incenerito la Grecia e mezza Europa mediterranea. Basterebbe ricordare gli ostacoli imposti in quel momento dalla Merkel e la mancanza di autonomia della Bce (oltre a fare i conti su quanto ci è costato il rifinanziamento del debito solo in quel periodo) per non voler più sentire parlare di Europa.

TEMPI LUNGHI
L’altra falsità raccontata ieri da Draghi è che tocca ai governi risolvere la crisi. Una mezza falsità, in realtà, perchè è vero che tocca anche ai governi. Ma insieme a loro tocca all’Europa e alla stessa Bce che guarda caso proprio ieri centinaia di persone contestavano. Così, mentre l’economia rallenta, si attende ancora l’acquisto dei pacchetti di crediti cartolarizzati (Abs) e di covered bond (obbligazioni garantite) previsti da metà ottobre. Qui, se i governi latitano la Bce non è certo da meno. Ieri da Draghi sono arrivati infatti pochi dettagli su questi interventi (si parla di operazioni fino a mille miliardi diluite però in due anni). Un buco che il presidente della banca di Francoforte ha cercato di coprire con la solita toppa, annunciando genericamente la possibilità di nuove misure. Naturale che i mercati siano crollati.