Draghi nega di aver destinato al caro-bollette i fondi per i disabili. Ma è in ritardo di un anno. Il Fondo era stato attivato dal governo Conte. E chi ha bisogno non ha ancora visto un euro

Il premier Draghi è stato accusato di aver dirottato i 200 milioni di euro del Fondo disabilità per frenare il caro-bollette.

Draghi nega di aver destinato al caro-bollette i fondi per i disabili. Ma è in ritardo di un anno. Il Fondo era stato attivato dal governo Conte. E chi ha bisogno non ha ancora visto un euro

Accusato di aver dirottato sulle risorse necessarie a frenare il caro-bollette i 200 milioni di euro del Fondo disabilità, previsti con la legge di bilancio 2020, ieri il premier Mario Draghi ha smentito (leggi l’articolo), assicurando che l’attenzione del suo Governo è massima per chi è in difficoltà. Una promessa fatta proprio alla VI Conferenza Nazionale sulle Disabilità (qui il video).

Resta però il problema che quei 200 milioni per il 2021, da portare a 300 dal 2022, erano stati previsti nell’ambito della legge delega sulla disabilità, approvata solo il 9 dicembre scorso alla Camera e in attesa del via libera del Senato, e il ritardo su una norma per rendere l’Italia un Paese più giusto ha rallentato gli interventi previsti già un anno fa. Ora occorrerà correre.

L’INTERVENTO. Spuntata fuori la notizia sulle risorse dirottate proprio nel giorno dedicato alla disabilità, ieri Draghi ha affermato che la tutela e la promozione dei diritti dei disabili è una “priorità assoluta” per l’esecutivo. “La decisione di istituire un Ministero dedicato – ha evidenziato – riconosce le specificità e l’urgenza di questo tema. Permette alle amministrazioni e alle associazioni di avere un punto di riferimento istituzionale, con cui dialogare e collaborare in modo costante”.

E ha quindi aggiunto che il Governo non ha sottratto soldi all’assistenza alle persone con disabilità per finanziare altre misure. “Le risorse che non sono state utilizzate nel 2021 – ha precisato – saranno destinate, già nel 2022, a aiuti economici per le persone con disabilità e a interventi per rafforzare la rete di assistenza. Si parla di 200 milioni spostati su un’altra cosa, un’altra posta: non è così. Le risorse rimangono e se è necessario si farà di più, c’è una volontà molto chiara del Governo in tal senso”.

A fargli eco la ministra per le disabilità Erika Stefani (nella foto): “Il fondo per la disabilità di 200 milioni c’è ed è stato rifinanziato con 50 milioni in più, spalmati negli anni. Il fondo quindi c’è, anzi è aumentato”. Ma resta il fatto che quanto previsto con la legge di bilancio 2020, visti i ritardi nell’approvazione della legge delega, ancora non ha visto la luce. Analizzando la situazione, il premier ha poi affermato che secondo le più recenti stime dell’Istat, le persone con disabilità in Italia sono più di tre milioni.

“Questo numero, per quanto significativo – ha detto – non rappresenta l’unicità di ogni vita. Ogni disabilità è diversa e ha bisogno di un sostegno specifico. Soprattutto ogni persona è diversa, e ha il diritto di seguire le proprie aspirazioni. L’assistenza deve tenere conto dell’individualità”. Il presidente del Consiglio ha quindi sottolineato che la crisi sanitaria ha acuito le debolezze del sistema di sostegno per le persone non autosufficienti.

Tanto che dei 281 mila studenti con disabilità che frequentano le scuole italiane, quasi uno su quattro non ha potuto partecipare alla didattica a distanza nei primi mesi della pandemia. Il premier è poi passato al Pnrr ricordando che prevede oltre 6 miliardi di euro per le persone con disabilità. Per concludere con il nodo del disegno di legge delega sulle disabilità. “Attualmente è in discussione al Senato – ha affermato – e spero lo approvi subito”.

Lo stesso sindacato intanto non molla e tiene alta l’attenzione sui fondi per i disabili. “Occorre mettere immediatamente riparo al pasticcio del Governo che per finanziare le norme del Decreto Legge sul caro bollette definanzia con 200 milioni di euro per l’anno in corso il Fondo per le disabilità e non autosufficienze”, hanno sostenuto Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, e Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uilp.