Vietato criticare Draghi, botte da orbi su Speranza. Senza Conte e Arcuri i giornali di destra si scatenano sul ministro dem

Senza Giuseppe Conte e Domenico Arcuri i giornali di destra si scatenano sul ministro della Salute Roberto Speranza.

Vietato criticare Draghi, botte da orbi su Speranza. Senza Conte e Arcuri i giornali di destra si scatenano sul ministro dem

La vicenda del ministro della Salute Roberto Speranza ricorda un po’ un gioco, un pochino sadico, che si faceva sotto il militare: “Lo schiaffo del soldato”. La recluta, un bravo ragazzo, ma ancora da svezzare, doveva volgere le spalle ai commilitoni coprendosi con una mano gli occhi, per non vedere, e lasciando l’altra dietro la schiena alla merce dei colpi del gruppetto che sghignazzava gridando: “Chi è stato?”.

Quando c’era il governo giallorosso, il principale parafulmine era Giuseppe Conte, che era tutti i giorni “sotto schiaffo” da giornaloni e giornalini di destra. Ed erano botte da orbi. Accuse forti come quella di essere responsabile della pandemia o peggio ancora di aver instaurato una “dittatura sanitaria”, cibo per i mentecatti complottisti di mezzo mondo. Poi c’era il commissario Domenico Arcuri e le sue primule, invero un po’ costose, a tenere banco, ma Speranza era abbastanza protetto, avendo abbracciato la linea cautelativa del seguire pedissequamente la Scienza, anche se spesso le Covidtsar televisive si sono mostrate confuse e contraddittorie.

Ora che Conte è caduto, Speranza è rimasto con il cerino in mano a fare da pungiball di una destra incattivita e pericolosa, che pur di dar manforte a bottegai ed affini vuole eliminare – in un delirio antiscientifico – qualsiasi cautela contro il Covid-19. Certo, alcune mosse del ministro si sono rivelate intempestive, come quando stava per uscire con un libro dal beffardo titolo, Perché guariremo, in piena seconda ondata con 40mila nuovi contagi al giorno e relative vittime, ma occorre valutare anche che questo ragazzo si è trovato a gestire all’improvviso la più grande crisi sanitaria mondiale degli ultimi cento anni e dopo un inizio titubante ha agito con prudenza ed avvedutezza.

Adesso il Comitato tecnico scientifico (Cts) è stato integralmente rinnovato, c’è l’alpino generale Francesco Paolo Figliuolo che si occupa di logistica e non solo, insomma tutta gente nuova tranne il ministro che ora è – come detto – sotto schiaffo al posto di Conte. E c’è da dire che Speranza fa bene a non abbassare la guardia perché la variante delta sta rimettendo nei guai il Regno Unito e dobbiamo solo sperare che il Pfizer sia più efficace nei suoi confronti dello screditato Astrazeneca.

Insomma, Speranza è un baluardo della scienza, forte forse del suo materialismo dialettico di stampo engeliano, che frena e fa il grillo saggio. Con una destra al governo avremo i contagi raddoppiati e le vittime a go go. Che Mario Draghi abbia un asse preferenziale con gli elementi produttivi ed imprenditoriali del Paese rappresentati da Lega e Fratelli d’Italia, è cosa nota. Draghi è un liberal conservatore, con i piedi ben aderenti al suolo, ma la sua matrice ideologica è opposta a quella di Speranza che continua a stare legato al palo a prendere gli schiaffoni del fuoco nemico con qualche sberla di quello amico, come sempre avviene in questi casi in cui si regolano anche alcuni conti in sospeso a sinistra in cui si spera che tra tanti schiaffi non si riconosca esattamente la provenienza, anche perché il poveretto è tenuto all’oscuro.

Cosa accadrà in futuro? Matteo Salvini e Giorgia Meloni vogliono fare fuori Speranza che non ha dietro un partito forte, anzi Liberi e Uguali ha subito una scissione da Sinistra Italiana guidata da Nicola Fratoianni ed è ormai rimasto soltanto Articolo Uno di cui è appunto segretario Speranza e sul Partito democratico non può fare molto affidamento, visto che il ministro che lo ha abbandonato anni fa.