Durigon: “Landini a casa se il referendum non passa”

Il dem Scotto sostiene che il sottosegretario al Lavoro abbia passato il segno: “Parole che ricordano il Ventennio”

Durigon: “Landini a casa se il referendum non passa”

I referendum dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza adesso per le destre diventano un mezzo per liberarsi definitivamente del segretario della Cgil, Maurizio Landini. “Speriamo che martedì Landini faccia come Renzi, che si dimetta, visto che questo è il suo referendum, lo ha politicizzato al massimo”, ha dichiarato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, intervenendo a una conferenza dell’Ugl.

Il dem Scotto replica a Durigon: contro Landini parole che ricordano il Ventennio

‘’Se la Cgil ha deciso di promuovere un referendum è perché il governo Meloni ha lavorato senza sosta a terremotare i diritti del mondo del lavoro da due anni e mezzo a questa parte. L’iniziativa della Cgil è una scelta legittima e prevista dalla Costituzione. E’ inconcepibile che un sottosegretario al Lavoro chieda le dimissioni di Maurizio Landini, il segretario della più grande organizzazione dei lavoratori italiani. Claudio Durigon questa volta ha passato il segno”, replica il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

“Landini fa il suo mestiere: rappresentare le persone in carne e ossa, che per vivere devono lavorare, e difenderne i diritti, anche attraverso lo strumento referendario. Finora invece Durigon non si capisce quale mestiere faccia, visto che si è limitato a varare leggi che hanno ulteriormente precarizzato il lavoro e tradito le promesse elettorali della Lega sulle pensioni. Non esiste in nessun Paese democratico al mondo che il governo attacchi l’autonomia del sindacato confederale. A meno che qualcuno non pensi di sostituirlo con un sindacato corporativo, come funzionava durante il Ventennio, che dice sempre sì a chi comanda’’, conclude.