Durigon si dimette da sottosegretario. “Non sono mai stato un fascista. Ho commesso degli errori e mi scuso”

Il sottosegretario della Lega all’Economia, Claudio Durigon, ha annunciato con una lettera la volontà di dimettersi dal Governo.

Durigon si dimette da sottosegretario. “Non sono mai stato un fascista. Ho commesso degli errori e mi scuso”

“Un processo di comunicazione si valuta non in base alle intenzioni di chi comunica, ma al risultato ottenuto su chi riceve il messaggio: è chiaro che, nella mia proposta toponomastica sul parco comunale di Latina, pur in assoluta buona fede, ho commesso degli errori. Di questo mi dispiaccio e, pronto a pagarne il prezzo, soprattutto mi scuso”. Così, in una lettera in cui annuncia le sua dimissioni, il sottosegretario della Lega all’Economia, Claudio Durigon, nelle scorse settimane al centro di aspre polemiche dopo la sua proposta di intitolare un parco di Latina alla memoria di Arnaldo Mussolini (leggi l’articolo).

“Mi dispiace che mi sia stata attribuita un’identità ‘fascista’ – aggiunge Durigon -, nella quale non mi riconosco in alcun modo. Non sono, e non sono mai stato, fascista. Mi dispiace soprattutto che le mie parole, peraltro lette e interpretate frettolosamente e superficialmente, abbiano potuto portare qualcuno a insinuare che per me la lotta alla mafia non sia importante. E’ infatti vero esattamente il contrario”.

“Mi indigna veramente il fatto che qualcuno – scrive ancora Durigon nella lettera di dimissioni -, forzando il senso delle mie parole, mi abbia accusato di mancanza di rispetto e di ingratitudine nei confronti dei giudici Falcone e Borsellino. Che invece, per me (e per moltissimi della mia generazione), sono non solo due figure eroiche, ma anche dei modelli di etica, di civismo, di senso dello Stato”, aggiunge.

“Nella mia mal formulata proposta – osserva Durigon -, io avevo a cuore solo l’idea di ricordare questa storia così intensa e così particolare, e ancora oggi così sentita nella zona di cui sto parlando. E, soprattutto, non ho mai chiesto ‘l’intitolazione del parco al fratello di Mussolini, come hanno riferito alcuni titoli di giornale, bensì semplicemente il ripristino del suo nome originario. La mia vera colpa è che non mi dimentico di essere ‘figliò della bonifica pontina”.

Quindi “per uscire da una polemica che sta portando a calpestare tutti i valori in cui credo, a svilire e denigrare la mia memoria affettiva, a snaturare il ricordo di ciò che fecero i miei familiari proprio secondo quello spirito di comunità di cui oggi si avverte un rinnovato bisogno, ho deciso di dimettermi dal mio incarico di governo che ho sempre svolto con massimo impegno, orgoglio e serietà. Gli italiani da noi e dal Governo si aspettano soluzioni, non polemiche. Quindi faccio un passo a lato, per evitare che la sinistra continui a occuparsi del passato che non torna, invece di costruire il futuro che ci aspetta”, aggiunge.

“Il tempo che non passerò più al ministero – sottolinea Durigon – lo dedicherò anche alle mie amate comunità di Latina e Roma: hanno bisogno di progetti, efficienza, sicurezza e lavoro, non di incapacità e polemiche. Da militante fra i militanti, avrò anche più tempo per raccogliere firme per i Referendum sulla Giustizia fino a settembre, così da arrivare a un milione di firme. Sperando di aver finalmente chiarito il mio pensiero, auguro buon lavoro a chi prenderà il mio posto. In un grande partito come la Lega siamo tutti sostituibili, tranne Matteo Salvini che ringrazio per il sostegno, la vicinanza politica, morale e umana che ha avuto nei miei confronti. Non da ultimo, ringrazio i tanti militanti, simpatizzanti o elettori che mi hanno inviato messaggi di vicinanza in questi giorni”.

“Sono finalmente arrivate le dimissioni del sottosegretario Durigon. Come Movimento 5 Stelle – scrive in un post il presidente del M5S, Giuseppe Conte – avevamo prontamente denunciato l’incompatibilità con la permanenza nell’incarico di governo per chi aveva proposto di rimuovere l’intestazione del parco pubblico di Latina alla memoria di Falcone e Borsellino per restituirlo alla memoria del fratello di Benito Mussolini”.

“Abbiamo insistito per questa soluzione non per accanimento nei confronti della persona – aggiunge l’ex premier -, ma perché la buona politica non può esistere se separata dall’etica pubblica. Chi ricopre funzioni di governo non può calpestare la memoria delle vittime della lotta alla mafia e disconoscere il fondamento antifascista della nostra Costituzione repubblicana. Il Movimento 5 Stelle sarà sempre impegnato a mantenere alta la soglia dell’ethos pubblico, perché questa è la necessaria premessa affinché i cittadini possano nutrire fiducia nelle istituzioni”.