Duro colpo a Cosa nostra. 91 arresti in 9 regioni. Sequestrati beni per 15 milioni di euro. Nel mirino della Finanza le storiche famiglie mafiose del palermitano

Duro colpo a Cosa nostra. Con l’operazione “Mani in pasta” il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza di Palermo – con il supporto del Comando provinciale e di altri Reparti sul territorio nazionale – ha compiuto nelle ultime ore 91 arresti e sequestrato beni per circa 15 milioni di euro. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’operazioni ha interessato diverse regioni: Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania. Le manette sono scattate nei confronti di appartenenti e gregari delle storiche famiglie mafiose palermitane dei Fontana e dei Ferrante, clan reggenti dei quartieri dell’Acquasanta e dell’Arenella. Associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa, questi i reati contestati.

I Fontana, che vivevano a Milano, avevano spostato i loro interessi in Lombardia ma continuavano a seguire ciò che accadeva nel loro ‘rione’, quello dell’Acquasanta. In manette sono finiti i figli di Stefano Fontana, uno dei fedelissimi del capo dei capi Totò Riina morto nel 2013: Gaetano, Giovanni, Angelo, la figlia Rita, la moglie Angela Teresi e la compagna di Gaetano Fontana, Michela Radogna. Carcere anche per Michele e Giovanni Ferrante, quest’ultimo vero e proprio braccio operativo del clan Fontana che secondo gli investigatori si occupava di ripulire i soldi sporchi attraverso attivitàcommerciali, e per tutti gli altri che si occupavano dei loro affari in giro per l’Italia. Coinvolti anche ‘personaggi’ al di sopra di ogni sospetto come Daniele Santoianni, ex concorrente del Grande fratello 10 e il commercialista Paolo Cotini.

L’indagine è stata portata avanti per due anni dai finanzieri del Nucleo speciale di Polizia valutaria, guidati dal colonnello Saverio Angiulli e coordinati dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise e Dario Scaletta. L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Piergiorgio Morosini ha reso noti tutti gli interessi dei due clan, che andavano dal pizzo alla droga, passando per le scommesse sportive, con un particolare interesse per le corse dei cavalli, che avrebbero truccato attraverso il doping per gli animali o minacce per gli avversari del fantino sul quale avevano deciso di puntare. Tra i capisaldi dei loro affari, sempre stando agli inquirenti, anche le commesse sui lavori eseguiti ai Cantieri navali di Palermo e le attività del mercato ortofrutticolo.

“Faccio il mio plauso alla Procura di Palermo, al capo procuratore Lo Voi e ai suoi magistrati – ha commentato il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra – per la brillante e complessa operazione che ha condotto all’arresto di 91 mafiosi. Complimenti alla Guardia di Finanza che ha condotto le indagini e ha effettuato gli arresti. Se qualcuno pensa che la mafia sia un problema minore, che non rappresenta un’emergenza nazionale, ha ancora una volta la dimostrazione del contrario. Le mafie sono all’assalto degli imprenditori onesti e dell’economia legale. Plaudo di cuore, quindi, agli uomini dello Stato che mantengono fede al giuramento fatto di lealta’ alle Istituzioni democratiche e in difesa dei cittadini e delle loro comunità”.