Colpo alla camorra sull’asse Napoli-Roma. In Campania arrestato il boss Mallo. E nella Capitale confiscato l’impero del “clan della pizza” per 80 milioni

Duri colpi per la camorra mesi a segno tra stanotte e questa mattina sull'asse Napoli-Roma. Arrestato pure il boss Walter Mallo.

Duri colpi per la camorra mesi a segno tra stanotte e questa mattina. I Carabinieri della Compagnia Vomero di Napoli, infatti, hanno arrestato nella notte Walter Mallo, ritenuto capo dell’omonimo gruppo camorristico emergente. Nei confronti di Mallo il gip del Tribunale di Napoli ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea. Insieme a Mallo sono stati arrestati anche due giovani, ritenuti suoi uomini di fiducia. I tre sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso e di detenzione e porto illegale di armi, aggravate dall’aver agito per finalità mafiose.

Ma non basta. Perché questa mattina l’altro duro colpo alla camorra è stato inferto non in Campania, bensì a Roma. I carabinieri del Comando provinciale della Capitale, infatti, hanno eseguito una confisca di beni per 80 milioni di euro a quattro imprenditori, ritenuti coinvolti in traffici gestiti dalla camorra napoletana. Tre imprenditori erano stati arrestati dai militari nel gennaio 2014 nell’ambito dell’indagine “Margarita”, meglio nota come “Pizza Ciro”, che portò all’arresto di 20 persone e sequestri di locali nel centro della Capitale.

Quell’indagine portò al sequestro di numerosi beni del valore complessivo di oltre 50 milioni di euro tra immobili, conti correnti, autovetture, il centro sportivo e la società sportiva “Mariano Keller”, bar, ristoranti e pizzerie della nota catena di ristorazione “Zio Ciro”. I due fratelli Antonio e Salvatore Righi, partiti dalla gestione della piccola pizzeria del padre (“da Ciro”) a Napoli, negli anni 90′ si erano trasferiti a Roma, diventando in poco tempo proprietari di fatto di una holding di società attive nella gestione di numerosissimi ristoranti e pizzerie nelle principali vie di pregio del centro storico della Capitale, con un volume d’affari palesemente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e nonostante un passato opaco, caratterizzato dal coinvolgimento nel sequestro di persona a scopo di estorsione di Luigi Presta, avvenuto a Napoli nel 1983.