È ora dell’orgoglio italiano. La Fiat che fugge è deludente. Orlandi: “Immaginate la Mercedes fuori dalla Germania?”. E scatta il perdono per Prada che torna a pagare qui le tasse

Il volto intelligente del Fisco. Che sa tutelare gli interessi del Paese anche riconoscendo il cambio di passo di chi ha fatto scelte sbagliate o discutibili, come nel caso dela grande griffe della moda Prada. Ma sa anche bacchettare quei giganti che attraverso la loro forza economica e mediatica sono riusciti a tenere basso il clamore per una fuga dall’Italia e dalle tasse. E qui il caso principe è quello della Fiat. A mostrare questo volto nuovo del Fisco è il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi. “C’è libertà di spostare la propria sede dove si ha l’attività”, ha detto la dirigente, ma ci sono “segnali” di imprese che hanno portato la sede fiscale all’estero “di rientro in Italia”.

LEZIONE TEDESCA
Tradotto: bene Prada e male Fiat. Dopo il rientro del Gruppo Prada ce ne sono infatti altri che stanno valutando di tornare e su questo la Orlandi ha detto a sorpresa che “ci vorrebbe anche un po’ di orgoglio di appartenenza al Paese. Pensate la Mercedes fuori dalla Germania?”. Una provocazione che è anche un giudizio morale proprio mentre la stessa Fiat pensa di replicare la fuga portando all’estero pure la sede fiscale della Ferrari (ipotesi per ora smentita, ma tutt’altro che campata in aria). E la moda aperta da Marchionne non finisce certo al Lingotto. Il caso forse più emblematico è quello di Gtech, la società che fattura miliardi grazie alla concessione governativa sui giochi (tra gli altri, il Gratta e Vinci). Una sorta di tassa sulla povertà che il gruppo si sta portando all’estero dopo aver spostato la sede fiscale senza peraltro dover rinunciare alle concessioni stesse.

SCANDALO AL SOLE
Uno scandalo al sole, nel silenzio dei Monopoli di Stato, in quanto la trasformazione della società concessionaria avrebbe dovuto far cadere immediatamente le concessioni. Grazie a un formidabile sistema lobbistico però il Parlamento è rimasto pressoché in silenzio, i giornali pagati dalla pubblicità pure. E il governo? La delega ai giochi non è stata ancora assegnata e dunque in teoria nessuno ha la responsabilità di un settore così importante. “Certo – ha detto la Orlandi riferendosi al gruppo di Marchionne – ci spiace della scelta di andare altrove, ma la Fiat ha spiegato le ragioni. Tuttavia, anche dopo la vicenda del Lussemburgo e con la maggiore attenzione che c’è a livello europeo, ci sono vari segnali di rientro”. D’altra parte, nonostante il problemaa dell’armonizzazione fiscale in Europa sia rimasto sempre senza una vera soluzione, oggi c’è un nuovo clima e la Ue sta cominciando ad affrontare il tema della concorrenza sleale tra Paesi e si stanno moltiplicando gli accordi di cooperazione. Ma le novità sono anche interne e anche in Italia può essere usato il ruling, ossia accordi preventivi tra aziende e Fisco, come in Lussemburgo.