Per il riarmo l’Ue svuota il fondo per la ricerca

Raggiunto l'accordo tra il Consiglio Ue e il Pe per rendere gli investimenti legati alla difesa (leggi riarmo) più veloci e coordinati

Per il riarmo l’Ue svuota il fondo per la ricerca

Non passa giorno che l’Europa non aggiunga un tassello in più al suo progetto militarista sul riarmo. È stato raggiunto un accordo tra il Consiglio Ue e il Parlamento europeo per introdurre un quadro volto a rendere gli investimenti legati alla difesa più veloci, flessibili e coordinati nell’ambito del bilancio dell’Unione europea. Si tratta di uno snodo cruciale per l’attuazione del piano comunitario noto come ‘ReArm Europe’ (o Piano di Preparazione 2030), l’iniziativa per aumentare la spesa per la difesa e rafforzare le capacità militari europee. Ad annunciarlo lo stesso Consiglio Ue.

Un tassello in più sulla strada del riarmo

Tra le misure principali dell’intesa preliminare raggiunta dai co-legislatori, la decisione di associare anche l’Ucraina al Fondo europeo per la difesa e di estendere il sostegno finanziario dell’Ue nell’ambito di Horizon Europe alle aziende a duplice uso e legate alla difesa. “L’accordo raggiunto sugli investimenti legati alla difesa nel bilancio Ue è un importante traguardo nell’attuazione del piano ReArm Europe e nel progresso dell’Ue verso una maggiore prontezza alla difesa entro il 2030. Dobbiamo massimizzare i nostri investimenti nella difesa e nelle tecnologie a duplice uso per preparare il futuro, insieme in Europa e con l’Ucraina”, ha dichiarato Troels Lund Poulsen, ministro della Difesa della Danimarca, alla presidenza di turno Ue.

La protesta del M5S

“È  l’ennesimo passo verso la militarizzazione dell’Unione europea”, ha detto Danilo Della Valle, europarlamentare del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo. “Basti pensare che il fondo Horizon, nato per incentivare la ricerca e l’innovazione nell’Unione europea, viene svuotato e messo a disposizione del settore difesa – ha affermato – Ben 93,5 miliardi di euro potrebbero coprire investimenti per i progetti dual use, come i droni usati nei conflitti bellici”.

Risorse che, spiega l’altro europarlamentare M5S, Gaetano Pedullà, “dovrebbero sostenere la transizione ecologica, la competitività delle imprese e l’occupazione” e che ora “rischiano di essere dirottati verso progetti dual use. Invece di aumentare gli stipendi dei lavoratori, investire in scuola, sanità, energia pulita e sviluppo tecnologico, l’Unione europea apre la porta a un’economia di guerra. E lo fa legando sempre più strettamente l’Ucraina al Fondo europeo per la difesa, consolidando una spirale di tensione con una potenza nucleare”.

Della Valle annuncia che il M5S respingerà “questo accordo nel voto previsto in plenaria. I cittadini vogliono la pace, non questa perenne escalation che ci sta portando a un conflitto diretto con la Russia”.