Ebola, il virus più contagioso è il terrorismo mediatico

di Marco Castoro

Quanti abitanti ci sono negli Stati Uniti? Più o meno 320 milioni. Quanti casi di Ebola? Uno sicuro, altri due sospetti. A quanto ammonta la popolazione dell’Europa? 720 milioni all’incirca. Quanti casi di Ebola accertati? Forse uno. In Spagna ce ne sono altri 2-3 sospetti, la Francia ha smentito. Ebbene ci risiamo. Siamo stati tutti contaminati dall’allarmismo. Dal terrorismo mediatico che genera psicosi. Come se già non bastasse la crisi economica a farci sentire sotto un treno. La gente comincia ad aver paura di tutto. Andremo in giro con lo scafandro, come fanno i palombari. Da spaventare perfino gli alieni parenti di Et.

PAURA DI VOLARE
Uno dei primi effetti scatenati dalla psicosi è sicuramente la paura di prendere aerei. Come se il virus fosse nel bagagliaio pronto a entrare in valigia. Il tutto dopo un’estate 2014 che ha visto il crollo del turismo. Con diverse compagnie aeree costrette a tagli da primato. Ieri Meridiana ha presentato una proposta di ridimensionare il piano di esuberi, da 1.634 a 1.366 unità.

ANTRACE E SARS
Andando con la macchina del tempo a ritroso negli anni proviamo a fare uno sforzo di memoria. Perché questa piscosi di Ebola non è poi tanto diversa dalle altre che l’hanno preceduta. Nel 2002 scoppia il caso Antrace, il bacillo del carbonchio che semina il panico. La polverina bianca che contamina. Basta aprire una lettera a mano nuda per rischiare la quarantena. Negli Usa i militari vengono costretti a vaccinarsi con un farmaco sperimentale, dagli effetti collaterali imprevedibili. Tutto il mondo fa incetta di vaccini e antibiotici specifici, che molto spesso restano inutilizzati, con aziende farmaceutiche che d’incanto si risollevano da perdite economiche persistenti e volano in Borsa. Si ha paura che sia tutta colpa dei terroristi, in grado di manipolare il virus. In Italia l’allora ministro della sanità Girolamo Sirchia si affretta a fare incetta di scorte di farmaci. Spesi i soldi, l’allarme cessa di colpo. I media non parlano più di Antrace. La gente oggi fatica a ricordare perfino che cosa sia. Nel 2004 basta una persona che tossisca per scatenare il panico. C’è la Sars. Gente con le mascherine. Qualche mese dopo la Sars farà la fine dell’Antrace.

L’AVIARIA
Ma eccoci ai polli. Tra il 2005 e il 2006 irrompe sulla scena l’H5N1, il virus dell’influenza aviaria individuato in alcuni polli negli allevamenti del sud-est asiatico. Il nuovo nemico dell’umanità che si dice scatenerà una tremenda pandemia in grado di causare milioni di morti. Alla fine ci saranno 60 casi su circa 6 miliardi di persone nel mondo. A occupare le prime pagine dei giornali ci sono più polli e cigni migratori che notizie di criminalità. In Italia il governo stanzia milioni per la campagna di prevenzione del ministro della Salute, Francesco Storace. Una minima parte del tesoretto speso in Europa e Usa per fare incetta di farmaci (il solo presidente George Bush sborsa 7 miliardi di dollari). In quel periodo nonostante l’Aviaria – fa notare la Coldiretti – le esportazioni dei polli italiani sono aumentate del 16%.