Ecco gli enti da chiudere finanziati dall’Istruzione

di Carmine Gazzanni

Enti inutili o produttivi? Questo è il dilemma. Ma, nel frattempo, meglio foraggiarli. In sintesi è questo quanto deciso dal ministero dell’Istruzione che ieri ha presentato al Parlamento lo schema di finanziamento per gli enti di ricerca per l’anno 2014. Un finanziamento legittimo, per carità. Una grossa fetta dei fondi, d’altronde, andrà a istituti di primo piano come il CNR (Centro Nazionale di Ricerche) o l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). Eppure qualche perplessità c’è. Tra i vari beneficiari del fondo, che quest’anno raggiunge la cifra astronomica di 1 miliardo 754 milioni 828 mila euro, però, ci sono anche una marea di enti che, un anno sì e l’altro pure, appena si arriva alla stesura della legge finanziaria, vengono messi in discussione. Serve mantenerli? Non è che poi è uno spreco? Alla fine però – solita storia all’italiana – non se ne fa più niente. E, nel mentre, si decide di pagarli. E profumatamente.

ALL’INGRASSO
Facciamo un passo indietro per capire meglio. È il 2012, governo Monti. Nelle prime bozze del disegno sulla spending review si decide di usare la mannaia per far rientrare i conti. E allora via l’Istituto nazionale di ricerca metrologica, la Stazione zoologica Anton Dohrn, l’Istituto italiano di studi germanici e l’Istituto nazionale di alta matematica. Tagliati, poi, anche l’Istituto nazionale di astrofisica, l’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale. Domanda: saranno stati poi tagliati? Ovviamente no. Ma, anzi, sono stati “premiati” con finanziamenti che, nel corso degli anni, sono via via cresciuti. Fino ad arrivare, appunto, ad oggi. Qualche esempio: quasi 20 milioni di euro all’Istituto di ricerca metrologica, 18 a quello di Oceanografia, 15 alla Stazione zoologica, 2,6 all’Alta Matematica, oltre 1 milione per l’Istituto di studi germanici.

(IN)ATTIVITÀ
Cifre spaventose, dunque. Per fare cosa? Prendiamo l’Istituto di studi germanici. Secondo l’ultima relazione della Corte dei Conti (settembre 2014), “sono stati organizzati numerosi convegni internazionali e seminari”. Quanti, però, con esattezza? In totale sei. Un po’ pochini, non c’è che dire. All’Istituto di Alta Matematica, invece, si sono fermati a 5 incontri scientifici più una serie di progetti che, in realtà, rientrano in un piano pluriennale. Non tanto di più è stato fatto al Museo della Fisica (a cui andranno 1,8 milioni): secondo l’ultima relazione della Corte (febbraio 2014) “sono stati completati 3 progetti iniziati negli anni precedenti e sono stati avviati 4 nuovi progetti”. Il capitolo delle spese folli, però, non finisce qui. Accanto ai finanziamenti base che il ministero diretto da Stefania Giannini garantisce agli istituti, c’è anche un fondo premiale (99,4 milioni in tutto) a cui si accede con la presentazione di un progetto specifico. E cosa troviamo tra i tanti progetti finanziati? Un esempio su tutti: il CNR riceve un milione di euro extra “per la traduzione integrale in lingua italiana, del Talmud”. Ovvero il testo sacro ebraico.

ANCHE IL DISASTRO ASI
Tra i beneficiari, come del resto ogni anno, anche l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), fino a poco tempo fa in mano a Enrico Saggese, dimessosi dopo le indagini su un giro di tangenti. Si spera che ora la gestione sia diversa, dopo che – parola della Corte dei Conti (vedi La Notizia del 9 febbraio 2014) – la gestione è stata fallimentare. Proprio a causa di finanziamenti a pioggia (dall’84 oltre 900 milioni) senza il minimo controllo. Si spera che a questo giro vada diversamente.