Ecco su chi punta Rocca alla Sanità

Il governatore del Lazio Rocca a breve nominerà i nuovi commissari delle Asl, ma sui nomi in ballo ci sarebbe qualche perplessità, anche in casa centrodestra.

Ecco su chi punta Rocca alla Sanità

Il governatore del Lazio Francesco Rocca al ritorno da New York, dove è andato in veste di presidente della Cri Internazionale, dovrà firmare i decreti di nomina dei nuovi commissari di Asl e aziende ospedaliere. Come anticipato da La Notizia, sui nomi in ballo ci sarebbe qualche perplessità dello stesso centrodestra. Come ad esempio su Egisto Bianconi promosso da direttore amministrativo dell’Asl Roma 2 a direttore generale dell’ASl di Viterbo.

Il governatore del Lazio Rocca a breve nominerà i nuovi commissari delle Asl, ma sui nomi in ballo ci sarebbe qualche perplessità, anche in casa centrodestra

Bianconi nel 2015 è finito agli arresti domiciliari perché accusato di turbata libertà degli incanti, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e corruzione mentre era direttore denerale dell’ospedale Sant’Andrea nell’inchiesta del Caro Estinto per le tangenti che ruotavano intorno alla camera mortuaria. A restare al suo posto ben saldo è invece è il direttore generale del Policlinico Umberto I Fabrizio D’Alba, figlio di Elda Melaragno ex direttore dell’assessorato alla Sanità della regione Lazio.

Madre e figlio sono citati in una memoria di Anna Iannuzzi, nota come “Lady Asl”, che nel 2006 alla procura che indagava sullo scandalo Sanità, dichiarò: “Ricordo anche che la Paccapelo mi consigliò di affidare una consulenza informatica al figlio della Melaragno, Fabrizio D’Alba (…). Poiché tale richiesta mi veniva da persona molto influente, quale è la Paccapelo, ho ceduto a questa richiesta e ho versato al figlio della Melaragno 10 milioni al mese (testuale, ndr) da agosto a novembre 2005 (…) anche se, di fatto, il lavoro dallo stesso effettuato non veniva da noi utilizzato”. Sulla vicenda Lady Asl, però, né Elda MelaragnoFabrizio D’Alba risultano coinvolti.

C’è Bianconi arrestato nel 2015 per corruzione. E i doppi e tripli incarichi della Corradi e Quintavalle

Raddoppia, anzi triplica, il direttore generale di Tor Vergata Giuseppe Quintavalle che oltre a conservare il suo posto ricoprirà anche il ruolo di commissario all’Asl Roma 1. Ma non finisce qui. Quintavalle oltre ad essere collocato in un ruolo di peso nella sanità pubblica laziale, infatti, fa parte anche dell’organismo indipendente di valutazione del porto di Civitavecchia fino al 2025 con un decreto firmato dal direttore del Porto Pino Musolino. A Civitavecchia Quintavalle ha ricoperto il suo ultimo incarico da direttore generale nell’Asl Roma 4 prima di passare a Tor Vergata.

Nel frattempo il direttore generale Maria Paola Corradi (parente di Righini) da 12 anni è stazionaria nell’Ares 118 e non sembra ci sia nessuna intenzione di spostarla. Anzi, le è stata data anche una delega che la vedrà impegnata nel coordinamento di tutte le attività di pronto soccorso relative al Giubileo. Anche il Dg Giulio Santonocito resta al suo posto all’Asl Roma 5 nonostante i cittadini riuniti nei vari comitati abbiano lamentato in questi anni numerosissimi disservizi che hanno portato in sofferenza tutto il sistema causando disagi agli utenti.

Tutti gli spostamenti previsti per gli altri direttori generali invece potrebbero rivelarsi un problema per Rocca vista l’ostinazione di alcuni che stanno facendo di tutto per restare e i malumori degli eletti che spingono per avere la loro testa. Ma se tutto dovesse rimanere così, la visione di sanità di Francesco Rocca non sarebbe poi tanto distante da quella dell’ex assessore Alessio D’Amato con qualche digressione che ha portato in Regione Lazio anche un po’ di Croce Rossa e l’ex direttore della Programmazione del ministero della Salute Andrea Urbani ai vertici della sanità laziale (ancora senza contratto, ma già attivo).

Urbani, oggi con Rocca governatore, ha ipotizzato il commissariamento della sanità mentre ieri, con Zingaretti, ne certificava l’uscita. Questione di conti che sono sempre stati in rosso come attestano le relazioni degli enti deputati al controllo degli ultimi anni, ma che sembrerebbero soggetti ad interpretazioni.

 

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