L’importanza di chiamarsi Raggi. Un autobus va a sbattere su un albero a Roma facendo alcuni feriti e tutti i giornali online sparano sulla home page la notizia, manco fosse l’apocalisse. Nelle stesse ore un altro bus, questa volta a Milano, manda in coma una madre e all’ospedale in gravi condizioni i suoi due bambini, meritando sugli stessi siti l’equivalente di una breve, come si definiscono nel gergo dei giornali quelle notizie di cronaca degne di poche righe.
Un trattamento troppo differente per non essere frutto di un condizionamento per cui a Roma non funziona niente, e l’incidente di turno lo dimostra, mentre a Milano uno scontro in pieno centro è giusto una casualità, perché tutto funziona, la città è ben amministrata e se anche c’è la nebbia sopra certamente il sole splende. Una narrativa che ha anche del vero, perché la Capitale sta pagando i debiti accumulati in decenni di Giunte di tutti i colori, tutte incapaci di gestire i servizi, approvando bilanci lunari per non far fallire l’azienda dei trasporti e regalando ai privati l’affare d’oro dei rifiuti.
Milano, grazie a un’economia tradizionalmente più reattiva, alla minore evasione (sui bus è di moda pagare il biglietto) e ai benefici dell’Expo, ha senz’altro un altro passo. Ma per questo motivo si possono dare le stesse notizie in modo tanto diverso? Perché il processo al sindaco Sala (assolto) e quello alla Raggi (assolta) hanno meritato il primo pochi articoli e il secondo migliaia di pagine di giornali? E lo stesso è sui bus e su tutto. C’entrerà mica che la povera sindaca è del M5S mentre il bravo sindaco del Pd?