L'Editoriale

L’ambiente e la scelta più difficile

L’ambiente e la scelta più difficile

Grillo aveva chiesto a Draghi un impegno concreto, e questo è arrivato con l’annuncio alle associazioni ambientaliste di un super ministero per la transizione ecologica. Una novità che fonde in un’unica strategia tutte e cinque le stelle del Movimento (per chi non ricordasse: acqua, ambiente, trasporti, connettività e sviluppo). Così oggi gli attivisti che voteranno sulla piattaforma Rousseau dovranno fare bene i conti con la loro identità, sapendo chi è Draghi e che il prezzo da pagare è di governare insieme a Berlusconi, Renzi e Salvini, cioè il peggio della politica italiana degli ultimi decenni.

L’alternativa è stare alla finestra, mentre il nuovo ministero andrà a un tecnico magari gradito al Partito degli affari, quello che l’unica cosa in cui è bravissimo a riciclare sono potere e quattrini. In gioco ci sono infatti una settantina di miliardi provenienti dall’Europa (tanti ne sono destinati dall’attuale Recovery Plan) oltre alle risorse ordinarie che gli Esecutivi di Giuseppe Conte hanno aumentato quanto si è potuto, consentendo al ministro Costa (lo stesso in entrambi i governi) di far partire vaste bonifiche ambientali con il decreto Terra dei fuochi, il decreto mare, la limitazione delle trivelle e da ultimo il Superbonus del 110% per le opere edilizie di consolidamento antisismico e per il risparmio energetico.

Tutto questo potrà essere moltiplicato con disponibilità finanziarie finora impensabili, e dunque è comprensibile lo sforzo del fondatore e degli esponenti di punta del Movimento nel chiedere agli attivisti di non disperdere questa occasione. Un appello fatto alla testa e non alla pancia di chi ha dato tanto per una forza politica che avrà tanti difetti, ma di sicuro non la mancanza di memoria sulle privatizzazioni selvagge gestite negli anni ’90 dal Presidente del Consiglio incaricato, per non parlare dei tradimenti dei due Mattei, che per motivi di bottega hanno fatto cadere due volte un premier di innegabile capacità come Conte, grazie al quale oggi abbiamo un mucchio di risorse comunitarie da impiegare. Soldi che rischiano di finire nella mangiatoia dei soliti noti. Signori a cui non pare vero che oggi il Movimento si faccia da parte, lasciandoli liberi di tornare ad arraffare.