L'Editoriale

Armi a debito con Dio e con Cesare

Armi a debito con Dio e con Cesare

Alla donna, madre e cristiana Giorgia Meloni, è stato Papa Leone XIV a ricordare che c’è davvero poco di cristiano nei circa 100 miliardi all’anno che, entro il 2035, l’Italia dovrà sborsare per riarmarsi fino ai denti e soddisfare la famelica richiesta della Nato, su ordine di Donald Trump, di investire il 5% del Pil in spese militari. “Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte?”, ha detto ieri Prevost con parole che, inequivocabilmente, demoliscono la retorica del Si vis pacem, para bellum (Se vuoi la pace, prepara la guerra) tanto cara alla nostra presidente del Consiglio.

“Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune? – si è chiesto ancora il Pontefice -. Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta?”. Concetti ispirati, prima ancora che alla misericordia e alla fratellanza cristiana che guidano la missione pontificia, innanzitutto alla logica che, dalla Nato all’Europa passando per gli Stati Uniti, l’Occidente semba ormai aver definitivamente smarrito. Malgrado, come ha ricordato ancora Papa Leone XIV, “la gente sia sempre meno ignara della quantità di soldi che vanno nelle tasche dei mercanti di morte e con le quali si potrebbero costruire ospedali e scuole e invece si distruggono quelli già costruiti!”.

Una reprimenda in pieno stile Bergoglio, quella di Prevost, per dare a Dio quel che è di Dio. Ci ha pensato, invece, la Corte dei Conti, a ricordare a Meloni che c’è pure da dare a Cesare quel che è di Cesare. “Per l’Italia si tratterà di fare scelte in linea con la partecipazione agli organismi internazionali ma comunque difficili stante la situazione di deficit di bilancio ancora consistente e il contesto ancora lontano dalla ipotesi di costruzione di un sistema di difesa europea”, ha avvertito il Procuratore generale, Pio Silvestri. Giusto per rammentare alla premier, per la quale l’obiettivo del 5% del Pil sarebbe pienamente sostenibile, che per raggiungerlo ci saranno comunque da versare lacrime e sangue.