L’hanno chiamata norma “Salva-Roma”, come se una città sopravvissuta per 2.700 anni a ogni flagello di Dio possa soccombere proprio adesso che a governarla ci stanno quei “barbari” dei 5 Stelle. Messo da parte lo slogan ad effetto, il sostegno finanziario approvato ieri in Parlamento darà una mano alla Capitale e a chi la frequenta, con l’effetto di mettere in sicurezza molte altre città con problemi di bilancio. Senza il Salva-Roma, insomma, non ci sarebbe adesso il Salva-Catania, il Salva-Terni, il Salva-Caserta e via via per altre decine di città che potranno ripagare parte dei loro mutui accedendo a un nuovo apposito fondo.
Di buoni motivi come questo ce ne sono a bizzeffe per considerare “irresponsabili” quei partiti e i loro ascari dei giornali che da un anno fanno riti woodoo contro l’Esecutivo. La complessità del quadro economico interno e internazionale, l’urgenza di affrontare le grandi trasformazioni che ci stanno travolgendo – dalla rivoluzione digitale a quella energetica, dal gestire il prolungarsi della vita al tamponare le ferite inferte all’ambiente – impongono un’assunzione di responsabilità e molta fretta nell’affrontare questi problemi.
Un vuoto di Governo proprio ora significherebbe lasciare il nostro futuro nuovamente in balia di nessuno, in attesa di elezioni e decisori chissà se in qualche modo sensibili a un grande cambiamento ideale, piuttosto che alle pressioni di quel partito del Pil che ha scassato il pianeta e può finire indisturbato l’opera, anche perché a questi signori, a cominciare dai grandi giornali, è vietato chiamarli barbari.