Gli italiani, per fortuna, sono meglio di certi politici. I tapini esultano per aver bocciato in Senato le maggiori tutele previste dalla legge Zan a chi è discriminato fisicamente e sessualmente, e per risposta migliaia di persone si riversano in piazza condannando tanta ottusità. Gli stessi “onorevoli” attaccano un giorno sì e l’altro pure gli immigrati che si permettono di attraversare in barcone il Mediterraneo, manco andassero a divertirsi, e in parallelo si ingrossano ovunque le fila del volontariato e di chi fa il possibile per aiutare questi disperati.
Ma c’è una follia che più di altre ha rischiato di far sprofondare il Paese in un autentico Far West: la balla della difesa sempre legittima. Il tema, notoriamente cavallo di battaglia delle destre e in particolare di Matteo Salvini, finì al centro di una legge approvata a larga maggioranza dal governo Conte I, ma solo dopo la tagliola dei Cinque Stelle, che ne ridussero enormemente la portata. Fosse stato per la Lega, infatti, si sarebbe potuto andare in giro per le strade con la pistola al cinturone, tipo l’ex assessore di Voghera che a luglio scorso ha ammazzato un senza tetto.
Nonostante l’equilibrio trovato nella norma, che così ha ridotto all’osso gli abusi, la propaganda salviniana ha fatto passare il messaggio che sparare in casa ora si può. Una stupidaggine a cui deve aver creduto il tabaccaio del frusinate che pochi giorni fa ha ucciso un ladro in fuga, e che ieri avrebbe liberato da ogni cautela l’uomo che in Campania ha centrato due ragazzi incensurati (leggi l’articolo), scambiandoli per rapinatori. Purtroppo la politica ha grandi compiti, ma ancor più grandi responsabilità.
L’abbiamo visto con il Green Pass e i vaccini. Per grattare la pancia ai molti impauriti e a un po’ di sciroccati c’è chi ha alimentato la galassia No vax. La stessa dinamica fatta di menzogne usata per soddisfare a basso costo la richiesta di sicurezza (e la smania di consenso), illudendo che ci si possa fare giustizia da sé. Una sciocchezza a cui qualcuno ha creduto. E ora ne dovrà rispondere con i giudici, oltre che con la propria coscienza.