Andare in pensione prima, fare contenti i giovani che occuperanno i posti lasciati liberi e ancor più contente le banche, che avranno un nuovo mercato oggi valutato in dieci miliardi.
La proposta del Governo sulla flessibilità in uscita per i lavoratori sembra l’uovo di Colombo. E in teoria lo è davvero, sempre che si trovi una merce fin ora rara quando c’è stato da chiudere grandi accordi sociali: la solidarietà tra tutti i soggetti interessati. In passato infatti hanno pagato sempre lo Stato (in gran parte) e i lavoratori (vedere la legge Fornero). Stavolta invece i soldi per mandare a riposo chi non vuole arrivare alla soglia della vecchiaia pensionistica dovrebbero arrivare dallo Stato (attraverso sgravi fiscali), dalle banche (che dovrebbero tenere condizioni e tassi molto bassi) e dai lavoratori che contrarrebbero un prestito equivalente all’assegno previdenziale ricevuto prima dell’effettivo pensionamento.
Se ci sarà davvero questa solidarietà si vedrà solo con i dettagli del progetto. Se a questo punto, come pare, i sindacati non si metteranno di traverso avremo ottenuto una buona riforma. Quello che serve al Paese.