L'Editoriale

Cento milioni di mosse sull’Ambiente

Ben venga il contributo dell’Italia alle grandi manovre per migliorare l'Ambiente, ma poi in patria non si può fare una politica opposta.

Cento milioni di mosse sull’Ambiente

Con una mossa che ha sorpreso tutti, ieri alla Cop28 di Dubai la premier Meloni ha promesso cento milioni di euro al Fondo internazionale per i Paesi vulnerabili (Loss and Damage). Per capirci, Stati un po’ più ricchi di noi, come Gran Bretagna e Usa, hanno stanziato rispettivamente 60 milioni di sterline e 17,5 milioni di dollari. Scopo di questo Fondo è aiutare le nazioni povere a sviluppare un’agricoltura più sostenibile. Un obiettivo fondamentale per ridurre l’inquinamento globale, perché i sistemi di produzione industriale nelle coltivazioni e in zootecnia sono la causa di un terzo di tutte le emissioni di gas serra.

Diamo merito, perciò, al nostro capo del governo, sempre che poi non faccia come nelle promesse elettorali, rimangiandosi gli impegni. Questa generosità, infatti, fa a pugni con la strategia delle destre sui temi della transizione ecologica. Dagli inceneritori al nucleare, dalla guerra alle limitazioni delle auto a motore termico fino al contrasto alla micro-mobilità Green, per non parlare del negazionismo sulle responsabilità dell’uomo nei cambiamenti climatici, Meloni e i partiti che la sostengono hanno fatto ben poco per la difesa dell’Ambiente. Anzi, hanno fatto tutto il contrario di quello che serviva, mettendo davanti a ogni cosa il fatturato delle imprese.

Dunque, ben venga il contributo dell’Italia alle grandi manovre per migliorare la vita del Pianeta, ma poi in patria non si può fare una politica opposta, a partire dalle piccole cose in cui possiamo essere coinvolti tutti. Un esempio, per restare alla giornata di ieri, è l’esaurimento istantaneo delle poche risorse destinate al bonus per chi utilizza i mezzi pubblici. Ecco, se i cento milioni promessi ieri alla Conferenza sul clima sono il gesto di chi ha compreso sul serio la portata del problema ecologico, e non una spacconata per farsi notare all’estero, si cominci da qui, destinando più soldi alla mobilità sostenibile. E mentre ci siamo, ritirando il decreto che aumenta le pene per chi manifesta contro l’immobilismo su questi temi.