Fermateli adesso se potete. Perché di questo passo smetteranno presto di gettarsi fango addosso, per tirarsi le cannonate. Russia e Turchia stanno entrando in una crisi molto pericolosa. E tutto questo con la benedizione degli Stati Uniti e della Nato, alla quale l’Italia sta commettendo l’errore di non dire nulla. L’ultima provocazione dell’apertura al Montenegro, proprio in questo momento, è un pugno sotto la cintura che presto o tardi presenterà il conto. Quello che invece paghiamo subito è il rafforzamento dello Stato islamico, che può solo ringraziare per l’incapacità dell’Occidente di rispondere al terrorismo. Troppo presi ad isolare Putin, stiamo dividendo le forze, rinunciando a quella grande coalizione internazionale che poteva mettere le milizie jihadiste con le spalle al muro. Perché questa resa? I russi svelano gli affari milionari che la stessa famiglia del presidente turco Erdogan fa con l’Isis. Ankara nega, ma non c’è dubbio che il petrolio del califfato qualcuno se lo compra. E le armi qualcun altro gliele vende. Interessi, insomma, mentre i grandi della Terra – troppo presi dal giocare a Risiko – hanno già dimenticato le vittime di Parigi.
L'Editoriale