L'Editoriale

Con la Meloni non resta che piangere

Peccato che la campagna elettorale stia per finire, perché non c’è giorno che non ci si diverta con le sparate di alcuni leader.

Peccato che la campagna elettorale stia per finire, perché non c’è giorno che non ci si diverta con le sparate di alcuni leader. Prendete Berlusconi e Salvini. A poche ore di distanza il primo promette che il Centrodestra non rinuncerà alle competenze e al prestigio di Draghi, mentre il secondo assicura che non ci sarà nessun ruolo per Mario nostro nel prossimo governo.

Più astuta la Meloni, che a scanso di equivoci dice e non dice. Alla milionesima domanda (e se gliela fanno in continuazione qualche motivo ci sarà) se il fascismo è il male assoluto come ebbe il coraggio di dire Gianfranco Fini, ha risposto ricordando che all’epoca non si dissociò.

Resta da capire, dunque, cosa ne pensi oggi, visto che tira la volata in Spagna all’ultradestra di Vox, e nel suo stesso partito un giorno sì e l’altro pure spuntano nostalgici tipo il suo candidato ad Agrigento, Calogero Pisano, secondo cui Hitler è stato un grande statista.

Giorgia, che su queste cose fa di regola il diavolo a quattro, l’ha subito sospeso da Fratelli d’Italia, ma Pisano, che conosce dall’interno i meccanismi del partito non se l’è presa, e con un WhatsApp ha tranquillizzato conoscenti ed elettori, riferendogli che queste sfuriate durano poco. Poi, spenti i riflettori, gli estimatori del Führer sono salvi.

Decisamente troppo per la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che ha fatto un putiferio di quelli che invece non finiscono il giorno dopo, costringendo Pisano a dimettersi sul serio. In questo circo, l’unico che riempie le piazze per spiegare che intende fare per gli italiani, e non per i tedeschi (Letta a Berlino) o per la destra europea (sempre la Meloni con la testa tra Madrid e Budapest) è Giuseppe Conte.

Che a naso sta crescendo nel consenso. Mentre sempre a naso tutti gli altri stanno perdendo terreno. Compreso il Centrodestra, anche se ci stanno facendo divertire un mondo tra promesse alla Cetto Laqualunque e idee perennemente divergenti. Nella speranza che il 25 settembre non conquistino la maggioranza. Perché con le poche idee che hanno, e pure confuse, non ci resterebbe che piangere.

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