L'Editoriale

Da sovranisti a servi degli Usa

Alimentando la guerra, l’Italia sta contribuendo a fare gli interessi Usa. Così avrà vinto il sovranismo. Ma quello di altri.

Da sovranisti a servi degli Usa

Quando scrivevo “La Meloni che si è rimangiata tutte le critiche del passato alla Nato, ora si prostra a Biden” (Meloni ci svende al G7, del 19 maggio scorso) e “La premier all’estero conta poco, perché isolata dal blocco europeo di Scholz e Macron, e sdraiata su Biden che però neppure la invita a Washington” (La bella statuina del G7, del giorno successivo), non si era ancora vista la foto della nostra premier mano nella mano col presidente americano e lo sguardo rapito.

Una foto che più di mille discorsi conferma la completa giravolta di chi alle ultime elezioni Usa tifava per Trump, di cui condivideva insieme a Salvini lo slogan “Prima gli americani”, trasformato in salsa sovranista “Prima gli italiani”. Certo, la guerra in Ucraina ha costretto anche Giorgia a gettare la maschera, e lei che un tempo era contrarissima alle sanzioni a Mosca adesso parla di sostegno illimitato a Kiev.

Ma non è l’ennesima incoerenza della Meloni, per non parlare di tradimento, a essere gravissima, quanto il baratro nel quale ci sta ficcando in cambio di quattro moine di Biden e, chissà, un po’ di tregua sui mercati finanziari e protezione dell’intelligence statunitense.

Fatto sta che alimentando la guerra, l’Italia sta contribuendo a fare gli interessi Usa e non quelli europei, mentre tagliando i ponti con la Cina (il segnale sarà il rinnovo degli accordi per la via della seta) rinunceremo a un assetto geopolitico multilaterale, per restare ancorati a una visione antica del mondo, a guida esclusivamente americana. Così avrà vinto il sovranismo. Ma quello di altri.