L'Editoriale

Figliuolo sbaglia e raddoppia

[deepen resource="articleId=3b1d0eb9-1525-41f2-bc81-26dc1b55290a" username="lanotiziagiornaleeditore" password="jT^Ub@VXPz" height="210"]
Figliuolo sbaglia e raddoppia

Nella vita ci vuole culo, si sa. Pensate a persone come l’ex ministro Alfonso Bonafede, che ha picconato come nessuno un sistema giudiziario salva-ladri, e sui giornali mainstream lo deridono ancora chiamandolo dj-Fofò, oppure l’ex collega Danilo Toninelli, che ha permesso la ricostruzione del ponte Morandi di Genova nel tempo in cui altre opere non passano nemmeno lo studio di fattibilità.

E che dire dell’ex responsabile della scuola, Lucia Azzolina, che consegna celermente gli arredi chiesti dai presidi per gli istituti – al contrario di quanto avvenuto da sempre – e la crocifiggono con la storia dei banchi a rotelle (voluti dai presidi, ribadiamo, non da lei). O come Luigi Di Maio, che con il Patto per l’export supera ogni record precedente sulle nostre esportazioni e lo chiamano bibitaro, oppure Giuseppe Conte, che riesce a farsi dare dall’Europa 209 miliardi ma in tv tutti raccontano che il merito è di Mario Draghi, con l’eccezione della riserva indiana di tre o quattro giornalisti.

Se però si nasce fortunati, tipo il generale Francesco Paolo Figliuolo, allora tutto è perdonato. Anzi, più disastri combina e più fa carriera. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’acquisto di vagoni di mascherine a prezzi più alti di quelli di mercato, come denunciato dai dirigenti scolastici. Uno spreco che ci costa almeno 24 milioni di euro rispetto al prezzo calmierato di 75 centesimi, ma che in realtà prova quale enorme regalo si è fatto a grandi distributori e farmacie, che stanno vendendo montagne di mascherine Ffp2 a un prezzo evidentemente più alto di quello che la struttura commissariale poteva ottenere senza affamare nessuno, giusto contrattando meglio.

Ma dalla chiusura anzitempo degli hub vaccinali (sottovalutando completamente le varianti del virus, come poi abbiamo visto l’Omicron) sino ai ritardi nelle forniture in diverse regioni, il generale tirato fuori dal cilindro del premier dei Migliori non è mai chiamato a rispondere di nulla. E per non correre rischi, l’hanno fatto pure capo del Comando operativo interforze (leggi l’articolo), così se scoppia la guerra in Ucraina magari ce lo mandiamo, con una mano a tirare le bombe e con l’altra i vaccini. Sperando che non faccia confusione.