L'Editoriale

I 5 Stelle da Foggia al futuro

Colpo di scena a Foggia, città che ha eletto sindaca Maria Aida Episcopo, indicata da 5 Stelle, Pd e altre liste.

I 5 Stelle da Foggia al futuro

Colpo di scena a Foggia, città che ha eletto sindaca Maria Aida Episcopo, indicata da 5 Stelle, Pd e altre liste, sovvertendo la moda del momento per cui a vincere sono solo le destre. Conte ieri è corso a festeggiare, e ne aveva ragione, perché il Comune pugliese ha risposto così dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Un’onta che ha indignato la popolazione, spingendola a un gesto di riscatto, che ha spazzato via i partiti al governo della principale istituzione locale quando la malavita era arrivata a pesare nelle decisioni più importanti per l’intera comunità.

Di gesti identici, però, non ne vediamo da altre parti, soprattutto nelle regioni del Nord, anche quando sono noti i rapporti preferenziali con ambienti opachi, oppure talmente forti economicamente e radicati da drenare da soli ingenti risorse pubbliche. Mentre l’uscita da una situazione di malaffare chiaramente emersa, unita all’inefficienza della cosa pubblica, convince gli elettori a cambiare rotta, dove il malaffare non emerge – e quando succede è derubricato a furbizia, o a singole mele marce – non si vede alcun risveglio morale.

Anzi, i cittadini stessi trovano normale spingersi nella “confort zone” dei vantaggi personali. Questo se ci si pensa è il destino a cui va incontro ogni forza riformatrice e legalitaria, chiamata a riparare i danni dopo i terremoti di ruberie e corruzione, e perciò costretta a ripartire dalle macerie. Così tutto è più difficile per chi non ha nulla a che fare col malaffare. Non sarà facile quindi il lavoro della Episcopo, come non lo è stato per i bravi sindaci che hanno sbaragliato sistemi di potere di destra e di sinistra per governare città devastate. Comuni dove non sarebbero mai arrivati se ci fosse stato ancora un po’ di grasso attorno all’osso.

Dunque, adesso è facile invocare i campi larghi e larghissimi per vincere le elezioni, ma più difficile che vincere è riuscire ad amministrare. E per farlo bene non servono compromessi, ma amministratori intelligenti e soprattutto preparati per cambiare strada. Uomini, donne e giovani che non si capisce come possano venir su in quei partiti che sono concentrati di clientele e di potere.