L'Editoriale

Il crimine la fa franca per legge

Uno dei quesiti del referendum di domenica punta a limitare quasi del tutto la carcerazione preventiva, riservandola ai soli reati abietti.

Col caldo che fa, a qualcuno può essere sembrato naturale il brivido sulla schiena dei finanziari di Trieste dopo aver scovato ieri quattro tonnellate di “neve”, come viene chiamata in gergo la cocaina. Il clima, però, non c’entra affatto con questo colpo ai trafficanti internazionali di droga.

A gelare le forze dell’ordine e i magistrati che hanno condotto l’operazione sono le fesserie che racconta la Lega sul Referendum di domenica prossima, dove uno dei quesiti punta a limitare quasi del tutto la carcerazione preventiva, riservandola ai soli reati abietti.

Così i 38 componenti della banda di narcos arrestati sarebbero già tutti fuori. Anzi, non avrebbero visto una cella neppure da lontano, riportati a casa con le scuse di quegli stessi che gridano di arrestare tutti e gettare la chiave quando accadono reati anche minori.

A mettere in guardia chi si sta facendo fregare dalle bugie di Salvini & Compari, e di chi cambia discorso quando si fa notare che migliaia di delinquenti resterebbero a piede libero, non è stato un cattivo giustizialista, ma il capo della Procura di Trieste, Antonio De Nicolo, spiegando che il traffico di stupefacenti anche su quantità mostruose non rientra tra i pochi casi in cui si potranno fermare i criminali.

Tanto vale, allora, smobilitare la polizia, ed evitare di far rischiare la vita agli uomini che hanno condotto pure quest’ultima operazione infiltrandosi in clan sanguinari, con la base in Colombia e l’Eldorado in Italia, dove si guadagna forte e si rischia poco. E se poi domenica passasse il Referendum, tutti la faranno franca per legge.