L'Editoriale

Il ritorno della casta

Vedere cosa combina una casta senza vergogna di politici e boiardi al seguito fa venire il voltastomaco.

Il ritorno della casta

Su questo giornale scriviamo molto di lavoratori poveri e stipendi da fame, di pensionati lasciati morire nell’indigenza, di donne sottopagate e di giovani sfruttati. Anzi, costretti a fare gli schiavi, se no c’è sempre pronto l’opinionista da salotto che spaccia i malcapitati per fannulloni.

Purtroppo, ormai da anni chi ha già tanto accumula di più e chi ha poco ha ancora meno, anche per effetto dell’inflazione che erode i salari, peraltro fermi in Italia da trent’anni, senza che questo abbia tolto il sonno o la faccia ai sindacati. Perciò vedere cosa combina una casta senza vergogna di politici e boiardi al seguito fa venire il voltastomaco.

Prendiamo la Sicilia, dove migliaia di persone sopravvivono, non potendo dire che la loro è vita, con pochi euro e in misere condizioni. Qui i consiglieri regionali, che per tradizione si fanno chiamare onorevoli, si sono appena aumentati lo stipendio, pari a quello dei senatori, aggiungendoci altri 900 euro al mese per fare pari e patta col carrello della spesa.

A Roma, invece, è direttamente il governo a pensare agli amici degli amici, provando a riaprire ai pensionati le porte della Pubblica amministrazione, così da far cumulare a virgulti tipo il presidente della Consob, Paolo Savona, ad esempio, stipendio e pensione, per importi vicini a 240mila euro il primo e oltre centomila la seconda.

Una forzatura che ieri, in extremis, si sono vergognati di fare, e l’emendamento è stato ritirato. E dire che questa classe dirigente dovrebbe creare le condizioni di una maggiore equità sociale. Le pecore a casa del lupo hanno più possibilità di cavarsela di noi.