L'Editoriale

Kiev spalanca le porte dell’abisso

L’attacco di ieri sul Cremlino può autorizzare Mosca a difendersi con ogni mezzo, compresa la bomba nucleare.

Kiev spalanca le porte dell’abisso

Ogni giorno un nuovo passo verso l’abisso. E noi a dare una mano, mentre Ucraina e Russia le provano tutte per far salire di livello il loro conflitto. L’attacco di ieri sul Cremlino può autorizzare Mosca a difendersi con ogni mezzo, compresa la bomba nucleare, facendo ripiombare l’Europa nel peggiore dei suoi incubi. Eppure, non siamo arrivati qua all’improvviso.

Di strade per portare Putin a una trattativa ne avremmo potute trovare tante, a cominciare da una pausa nelle sanzioni. E invece abbiamo lavorato a senso unico, prostrati alla strategia di Usa e Nato, come ha detto più volte anche la Meloni “fino alla vittoria finale di Kiev”. Così abbiamo armato Zelensky fino ai denti, al punto di andare oltre la difesa da uno degli eserciti più temibili al mondo, al di là della bassa qualità del suo arsenale.

Dopo una serie di incursioni, anche con atti terroristici, ora l’Ucraina è perciò in grado di colpire militarmente e simbolicamente più in profondità dei suoi avversari. Esattamente il motivo per cui i russi hanno invaso l’ex Repubblica sovietica confinante, temendo per la loro sicurezza, ora platealmente minacciata. Il tempo della tiepidezza perciò è finito.

Adesso o si fa una pressione mai vista prima sui governi occidentali affinché costringano Kiev a non usare le nostre armi per trasformarsi lui in aggressore, oppure aspettiamo con rassegnazione la prima atomica sul nostro continente. Ad Arcore pare che ci sia una lista di chi far entrare nel bunker a prova di radiazioni. Gli altri bellicisti e utili idioti si arrangino.