L'Editoriale

La Bce e l’effetto Giorgia

La Meloni, in poche settimane ci ha isolato non solo dalla Bce, ma da tutti in Europa, riponendo la sua unica assicurazione nella fedeltà agli Usa sulle forniture militari all’Ucraina.

La Bce e l’effetto Giorgia

Come gli orologi rotti, che due volte al giorno azzeccano l’ora giusta, pure Crosetto ogni tanto ci prende, e ieri aveva ragione da vendere quando ha ringraziato ironicamente la presidente della Bce, Christine Lagarde, non tanto per l’aumento dei tassi che era atteso visto il livello dell’inflazione, quanto per il discorsetto che ha fatto dopo.

La Lagarde non è un’economista, ma un avvocato di cui si ricorda una lettera nella quale diceva all’allora presidente Sarkozy “usami come vuoi” pur di ottenere un posto. Così, senza alcuna esperienza di Banche centrali, si è ritrovata a capo delle politiche monetarie europee, e da quando sta a Francoforte il mondo della finanza trema ogniqualvolta apre bocca, perché un giro su due terrorizza i mercati.

Per essere arrivata così in alto, la presidente dell’Eurotower deve avere dunque altre virtù, tra cui c’è da pensare l’assoluta fedeltà all’establishment politico e bancario, che ha già le tasche piene della Meloni che butta soldi in condoni e regali agli evasori, e per di più non vuole approvare il Mes, cioè un’ulteriore arma di ricatto per i Paesi a rischio default. Da qui i consigli che la Lagarde ha dispensato à côté dell’aumento dei tassi, facendo perdere miliardi di capitalizzazione a Piazza Affari.

Un “regalo di Natale”, l’ha definito Crosetto, dimenticando però che prima della Bce la causa di tutto questo è proprio della Meloni, che in poche settimane ci ha isolato non solo dalla Bce, ma da tutti in Europa, riponendo la sua unica assicurazione nella fedeltà agli Usa sulle forniture militari all’Ucraina.

Con i francesi, invece, ha già litigato per i migranti, al meeting dei Paesi mediterranei, in Spagna, neppure s’è presentata, con i tedeschi non c’è stato né un bilaterale col cancelliere Scholz né la ratifica del piano d’azione tra Italia e Germania lasciato pronto da Draghi. E sui rapporti con i Paesi frugali (Olanda e Nord Europa) stendiamo un velo pietoso.

Con le destre al governo a noi resta giusto la sponda dell’Ungheria. Non meravigliamoci perciò se ci fanno certe angherie, ma prima di cercare i colpevoli chissà dove, guardiamo tra le nostre mura, magari quelle di Palazzo Chigi.