Un’ambientalista contro due paladini dell’inceneritore. Con la candidatura di Donatella Bianchi, ex presidente del WWF e giornalista esperta dei nostri mari, Giuseppe Conte ha trasformato le prossime elezioni regionali del Lazio in qualcosa di più grande: una sfida culturale tra due mondi.
I nomi in campo, per il Pd l’ex braccio destro di Zingaretti, Alessio D’Amato, e per le destre l’ex uomo della sanità di Storace e degli Angelucci, Francesco Rocca, sono già per sé stessi antichi, entrambi con molti anni all’ombra di chi ha massacrato la Regione e i suoi ospedali. Tutti e due vogliono l’inceneritore per i rifiuti della Capitale, abbellendolo con la solita truffa di chiamarlo termovalorizzatore, che se non è zuppa è pan bagnato.
Tra i due non è facile decidere chi sia meno credibile, al di là dei precedenti giudiziari. L’esponente dem, però, ha un handicap in più: a portarlo è il sindaco di Roma, Gualtieri, cioè chi aveva promesso di pulire Roma dopo Natale del 2021 e non c’è riuscito nemmeno dopo quello del 2022, tanto la città è tutt’ora coperta dai rifiuti.
Con l’inceneritore si risolverà tutto, ci dicono adesso, dimenticando che per sostenere i costi un tale impianto dovrebbe bruciare gli scarti di buona parte del Centro Italia, lasciando ai romani le polveri prodotte.
La Bianchi invece è portatrice di una filosofia diversa, con la raccolta differenziata che chissà per quale motivo solo a Roma non si riesce a fare, e impianti senza fiamma ecologici e puliti. Due mondi contro. E chi sceglierà di farsi del male non avrà più alibi.