L'Editoriale

La lezione di Francesco

Per arrivare alla pace le strade indicate dai grandi della terra, da una parte, e da Papa Francesco, dall’altra, sono diametralmente opposte.

La lezione di Francesco

La invocano tutti. Peccato però che per arrivare alla pace le strade indicate dai grandi della terra, da una parte, e dal Papa, dall’altra, siano diametralmente opposte. Papa Francesco era stato invitato dalla premier italiana al G7 per parlare di intelligenza artificiale ma per lui è stata l’ennesima occasione per chiedere che le armi tacciano.

Ad accoglierlo un G7 che ha solennemente promesso di “sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario”. E che, il giorno prima, ha raggiunto un’intesa per usare i profitti degli asset russi congelati per dare all’Ucraina altri 50 miliardi di aiuti. Mentre Biden ha firmato un accordo decennale sulla sicurezza con Zelensky. Ovvero fine guerra mai. Ai grandi della terra il Papa ha chiesto “una buona politica per la pace”. Un ennesimo richiamo alla via della diplomazia e del negoziato che l’Occidente tutto sembra aver smarrito.

Un Occidente ipocrita, per giunta. Perché mentre si ostina ad armare fino ai denti Zelensky fa finta pure di condividere l’appello del Papa alla pace. “Con Papa Francesco al G7, riaffermiamo il nostro impegno comune per un mondo più solidale e più giusto, per i popoli e il pianeta. Creiamo tutti insieme le condizioni di una pace duratura”, ha detto Macron. “Grazie per le sue parole che sono chiaramente fonte d’ispirazione per ciascuno noi”, ha dichiarato Meloni. Alla faccia dell’ispirazione! Macron e Meloni sono tra i più ferventi sostenitori della pace sì, ma della pace “giusta” nella sua declinazione filo-atlantica. Quella da difendere con le armi, of course.