L'Editoriale

La scelta tra schiavitù e fame

Carlo Bonomi ha messo la Confindustria al servizio di una parte politica, squalificandola a vita come organizzazione super partes.

Nel giorno in cui Mattarella nomina 25 Cavalieri del Lavoro, un signore che fa il presidente degli industriali pur non avendone una, Carlo Bonomi, rovina la festa dichiarandosi reo confesso di una vergogna nazionale: voler trasformare i lavoratori in schiavi.

L’occasione è l’assemblea dell’Assolombarda, con la solita sciocchezza delle aziende che non trovano dipendenti pur volendoli strapagare, a causa della concorrenza sleale del Reddito di cittadinanza, cioè in media 500 euro al mese.

Basterebbe questo per capire che Bonomi ha messo la Confindustria al servizio di una parte politica, squalificandola a vita come organizzazione super partes, ma purtroppo c’è di più. I lavori di cui si parla in tv, con i commenti sdegnati del solito circoletto destre-Renzi-Calenda-Briatore di turno, sono un’invenzione.

Propaganda da far scuola a Putin e Zelensky, mentre l’unico personale che si cerca a certi costi è quello fortemente specializzato, pure questo assunto comunque a termine, e non di rado senza riconoscere tutte le ore lavorate, a fronte magari di trasferimenti da una regione all’altra e costi dell’alloggio che si mangiano lo stipendio.

Dunque siamo di fronte a un’autentica campagna di disinformazione, che ha come unico scopo quello di punire elettoralmente chi ha distribuito un po’ di risorse (i 5 Stelle) a quella parte del Paese ritenuta perennemente da sfruttare.

Al punto che l’idea del momento è di sospendere gli aiuti a oltre tre milioni di italiani in povertà durante l’estate. Così senza la “concorrenza” dei 500 euro non ci sarà alternativa a fare gli schiavi o a morire di fame.