L'Editoriale

La stagione delle divisioni inaccettabili

Noi ci lamentiamo, e giustamente, dei governatori di Regione che si contraddicono tra loro e poi tutti insieme fanno guerra al Governo, ma negli Stati Uniti se la passano peggio. La partita delle nostre autonomie locali è grottesca, come s’è visto nella gestione della pandemia e delle riaperture agli spostamenti di domani. Perché siamo arrivati a tanto? Un po’ per il protagonismo congenito dei presidenti, ma ben di più perché in molte Regioni siamo in piena campagna elettorale.

Negli Usa invece la questione razziale sta mettendo una di fronte all’altra due visioni dell’uomo, dei suoi diritti e della società. Sempre per lo stesso motivo – l’avvicinarsi delle urne – Donald Trump sta cavalcando l’onda con le parole d’ordine di una destra più velleitaria che autoritaria, incitando i poteri locali a usare il pugno di ferro contro le manifestazioni innescate dall’omicidio di George Floyd, un perfetto sconosciuto che però è diventato determinante come qualunque minuscola goccia quando una misura, fosse anche grandissima, è colma.

Le violenze che durano da giorni, pure con alcune vittime, tanto da fare evacuare il Presidente dalla Casa Bianca, si incrociano con la sofferenza della pancia vuota, e la paura di non riavere più il lavoro perduto per le chiusure obbligate dal virus. Cinismo e calcolo politico da un lato, disagio economico e paure dall’altro, diventano in questo modo miscele esplosive, di fronte alle quali sulle questioni di casa nostra per il presidente Mattarella è inaccettabile dividersi. E con inaccettabile ha usato un aggettivo generoso.