L'Editoriale

Le guerre e l’Italia complice

Dalla Meloni ci aspettiamo che dica se ha capito i rischi che corriamo, e con la stessa franchezza usata per i comici russi spieghi se l’Italia è spettatore o complice.

Le guerre e l’Italia complice

Se non si ruba a casa dei ladri, a maggior ragione è senza ritorno un attentato terroristico nel Paese in cima ai sostenitori del terrorismo. Perciò la strage di ieri a Kerman, in Iran, con più di cento morti, non è un anello qualunque nella lunga catena di vittime della guerra in Medioriente. Teheran che alimenta, tra gli altri, Hamas e Hezbollah si vede ripagata con la stessa moneta sul proprio territorio.

Dunque, chi lavora per allargare il conflitto in quell’area è vicino alla vittoria. Il regime di Raisi, già traballante in patria, si vede messa su un piatto d’argento la possibilità di rispondere a viso scoperto, affogando in un colpo solo le contestazioni interne e aumentando la pressione su Israele. Così, unendo i puntini che passano dal massacro tra Kiev e Mosca, al colpo di Stato in Niger e l’instabilità in Centro Africa, fino alla Palestina, la pirateria nel Mar Rosso e la guerra civile nello Yemen, diventa chiaro il disegno di trascinare il mondo in una nuova apocalisse.

Una tragedia a cui l’Occidente si sta preparando con il record nella produzione di armamenti, di cui buona parte fornita agli eserciti già belligeranti, alimentando la spirale di violenza. Per questo oggi ascolteremo le giustificazioni della Meloni sui disastri del suo governo – dalla resa sul Patto di stabilità al deputato pistolero, dal boom degli sbarchi di migranti alla manovra recessiva – ma ci aspettiamo che dica anche se ha capito i rischi che corriamo, e con la stessa franchezza usata per i comici russi spieghi se l’Italia in tutto questo è spettatore o complice.