L'Editoriale

Le nozze impossibili tra M5S e Pd. I nostri lettori hanno le idee chiare: meglio una vita all’opposizione che un minuto con i dem

La forza del M5S deriva da una genuina trasparenza e non dai ribaltoni di Palazzo

L’abbiamo fatto una volta e non lo faremo più. Visto che si parla tanto di nuovi scenari per la politica italiana, con il Pd derenzizzato possibile nuovo interlocutore forte dei 5 Stelle, ieri ci è sembrato utile sentire cosa ne pensano i nostri lettori, e tra questi in particolare gli elettori e i simpatizzanti del M5S. Il risultato, per chi volesse andare a controllare sulla pagina Facebook de La Notizia, è schiacciante: meglio una vita all’opposizione che un minuto con i dem. Un No talmente deciso da non farci comprendere che abbiano in testa i teorici di un tale cambio di cavallo rispetto alla Lega: dal direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio, al presidente della Camera, Roberto Fico – il più veloce a complimentarsi con Nicola Zingaretti per il successo alle primarie Pd -, fino alla capogruppo 5S in Consiglio regionale del Lazio, Roberta Lombardi, o il vicesindaco di Roma, Luca Bergamo, cioè chi incredibilmente sta più vicino alla Raggi nonostante non faccia mistero di avere il cuore che batte da sempre a Sinistra. La base 5 Stelle non ama Salvini, ma ne rispetta la lealtà fin qui dimostrata a Di Maio, e non è turbata dal calo dei consensi se nel frattempo il Governo Conte opera bene. Al contrario la diffidenza è massima sull’effettiva uscita di Renzi dalla scena dem, e la scelta di Zingaretti come primo atto ufficiale di andare a visitare i cantieri del Tav chiude ogni discorso. Ma forse chi suggerisce al Movimento la politica dei due forni tra Pd e Lega ha solo sottovalutato che la forza dei 5S deriva da una genuina trasparenza e non dai ribaltoni di Palazzo.