L'Editoriale

L’inganno del G20 sulla Pace

La Cina e gli Usa con l’Europa possono costringere la Russia a trattare. Uno sforzo che va fatto ora per evitare la scintilla che può infiammare il pianeta.

Tutte le grandi guerre scoppiano con una scintilla, quasi sempre solo un pretesto per giustificare un’azione militare che in realtà sta maturando da tempo. Così l’attentato all’erede al trono degli Asburgo, a Sarajevo, portò ai 37 milioni di morti del primo conflitto mondiale, o un finto attacco a una stazione radio tedesca al confine con la Polonia fu la scusa per l’inizio della Seconda guerra mondiale, che di vittime ne fece 68 milioni.

Quindi sarebbe un errore cercare alibi sull’incidente di ieri al confine tra Ucraina e Polonia. I missili russi, o ucraini come sostiene Biden, possono essere finiti anche per errore sul territorio di un Paese Nato, ma se non sarà questo arriverà presto un altro di appiglio per scatenare l’inferno, che in altre parole significa l’uso dell’atomica.

Dunque il tempo dei giochetti tra superpotenze e Stati vassalli al seguito è finito. A Bali sono riuniti i leader dei principali Paesi al mondo, che mangiano e bevono raccontandoci di non avere modo di costringere Putin e Zelensky a sedersi a uno stesso tavolo. Anzi, permettono al presidente ucraino di dettare dieci condizioni a Mosca, sapendo tutti che basterebbe sospendere l’invio di armi a Kiev per non lasciargli altra scelta se non di mediare col Cremlino.

Allo stesso modo, la Cina per il suo sostegno commerciale, e gli Usa con l’Europa allentando le sanzioni, possono costringere sicuramente la Russia a trattare. Uno sforzo che va fatto ora, perché in gioco non ci sono più i poveri cristi in Ucraina, ma la scintilla che può infiammare il pianeta. In una tragedia da cui non sarà più possibile fare ritorno.