L'Editoriale

Martiri sì ma complici è troppo

Salvini e Letta già ieri indicevano nuove elezioni in caso di uscita dei 5 Stelle dalla maggioranza che sostiene il governo Draghi.

Se non bastasse Mattarella, al Quirinale ci sono altri due facenti funzione, tali Salvini e Letta, che forse all’oscuro della Costituzione già ieri indicevano le nuove elezioni in caso di uscita dei 5 Stelle dalla maggioranza. Uno scenario possibile, non c’è dubbio, se Draghi si rimangerà seduta stante la parola di non restare a Palazzo Chigi senza il Movimento, e se il Capo dello Stato non tirerà fuori dal cilindro il Cottarelli di turno.

Diversamente il Paese continuerà ad avere un Esecutivo, magari più farcito di ministri di destra e sinistra, che si dovranno prendere la responsabilità di sgovernare come accade da 17 mesi, cioè da quando i poteri forti con i loro ascari alla Renzi hanno prevalso sulla sovranità popolare, insediando tra fiumi di bava l’ex capo della Bce.

Da quel giorno le politiche sociali sono state regolarmente manomesse, si sono paralizzati provvedimenti redistributivi come il Superbonus 110%, si sono fatti così tanti passi avanti verso la transizione ecologica da ritrovarci a discutere di trivelle e inceneritori. Il risultato ce l’hanno appena ricordato l’Inps e l’Istat, dimostrando che milioni di italiani vivono in povertà, di cui un terzo pensionati, e per moltissimi lavoratori i salari sono da fame.

Che altro serve, allora, per dire basta a tutto questo? Se davvero si andrà ad elezioni, che non sono un male, sarà dunque per colpa di Draghi e delle sue politiche fallimentari, e non di chi ha sacrificato un enorme consenso elettorale, come i 5S, per difendere quanto hanno potuto. Martiri sì, ma complici è davvero troppo.