Se qualcuno avesse ancora dubbi, ecco chiarissimo a che serve un Governo del Paese genuflesso ai poteri finanziari e alla burocrazia europea di rincalzo. La Banca centrale europea ha fatto deliberatamente fallire la ricapitalizzazione del Monte Paschi di Siena raccogliendo le risorse, cinque miliardi di euro, sul mercato. Sarebbe bastato concedere otto, massimo dieci settimane di tempo in più rispetto a una deadline fissata arbitrariamente dalla stessa Bce al 31 dicembre prossimo.
Roba da caricare centinaia di autobus con gli obbligazionisti e i dipendenti della banca per andare ad assediare Francoforte e gli uffici del signor Draghi. Invece Palazzo Chigi all’una di notte ha comunicato che la banca sarà nazionalizzata, utilizzando i venti miliardi di nuovo debito pubblico appena stanziati in modo inqualificabile da un Parlamento complice. Così l’ennesimo colpo ai danni degli italiani, che pagheranno i venti miliardi, è andato liscio. Troppo. Tanto che a Francoforte si sono detti: ma se è così facile perché non gli alziamo il conto? Ed ecco che i 5 miliardi che un mese fa bastavano per ricapitalizzare Mps sono diventati 8,5. Il motivo è che ci hanno cambiato i parametri, applicandoci lo stesso trattamento riservato dalla Troika alla Grecia un minuto prima che Atene fallisse.
Uno scandalo, di fronte al quale un governo degno di questo nome avrebbe dovuto rispondere con un gigantesco Vaffa. Invece qual è stata la reazione del ministro del Tesoro Padoan, non a caso ex uomo dell’Ocse e notoriamente “adorato” a Bruxelles e Berlino? Non si è fatta una piega, assicurando che i venti miliardi stanziati per fare da scudo al sistema basteranno. Una risposta da sudditi, che un Paese con un minimo di dignità – per non parlare della sovranità – non dovrebbe nemmeno immaginare.