L'Editoriale

Noi stiamo con Francesca Albanese

Noi stiamo con Francesca Albanese

Se le parole hanno un peso, in certi casi sono quelle non dette a pesare ancora di più. Di fronte allo sterminio quotidiano del popolo palestinese, ai crimini in mondovisione del ricercato internazionale Netanyahu, agli oltre sessantamila morti di fame o sotto le bombe a Gaza, le frasi fatte della premier Meloni (“Ribadisco che la situazione… è drammatica e che nessuna azione militare può giustificare attacchi contro civili. Siamo tutti impegnati affinché cessino le ostilità e si possa ricominciare un processo serio verso la prospettiva dei due Stati”) sono francamente inaccettabili.

Al pari delle acrobazie diplomatiche del ministro Tajani (“Non possiamo riconoscere la Palestina perché non esiste”), che a quasi due anni dall’inizio dell’offensiva israeliana nella Striscia non riesce ad andare oltre gli appelli (l’ultimo firmato con altri 24 Paesi Ue) a Tel Aviv. Per non parlare delle prodezze del vice premier Salvini che, mentre si consumava l’ennesima strage di civili a Gaza, riceveva alla Camera dei deputati il premio Italia-Israele in qualità di miglior amico dello Stato di David.

E allora, se le parole hanno un peso, nel vuoto pneumatico di quelle pronunciate dal nostro governo, facciamo nostro il grido di Francesca Albanese. “È un crimine calcolato scientificamente, voluto e pianificato da Israele per convincere i palestinesi che sopravviveranno ad andarsene. I genitori ci raccontano che i figli piangono fino ad addormentarsi per la fame. E uno Stato che compie un genocidio non può distribuire gli aiuti”, ha detto la relatrice Onu per i territori occupati al Fatto Quotidiano.

“Si tratta di uno dei genocidi più crudeli della storia, perché perpetrato con l’uso di tecnologia e mezzi da Ventunesimo secolo – ha aggiunto -. È quasi inimmaginabile per la nostra mente accettare che la fame lunga mesi possa spingere a mangiare la terra e i sassi. I palestinesi della Striscia sono privati di tutto, Israele ha l’obiettivo di ridurre quelle persone, bambini compresi, allo stato ferino”. Diffamata e minacciata, nell’indifferenza delle istituzioni italiane, le parole di Albanese sono le uniche che valga la pena ascoltare oltre il muro di silenzio e complicità dei governi occidentali sullo sterminio in atto a Gaza.