L'Editoriale

Salvini e la politica reticente

Ieri il Parlamento ha domandato a Salvini l’origine del video sulla giudice Apostolico a una manifestazione contro il sequestro dei migranti sulla nave Diciotti.

Salvini e la politica reticente

Le domande sono semplici: un ministro della Repubblica può essere omertoso? E se utilizza documenti o immagini per gettare ombra su un potere dello Stato – com’è la magistratura – non ha addirittura il dovere della trasparenza? Per le risposte è inutile chiedere a Matteo Salvini, a cui ieri il Parlamento ha domandato l’origine del video sulla giudice Apostolico a una manifestazione contro il sequestro dei migranti sulla nave Diciotti.

Il filmato, tenuto in un cassetto per anni da chissà chi, è saltato fuori dopo che la giudice ha deciso di disapplicare il decreto Cutro, soffiando via la foglia di fico appiccicata dalle destre sulla vergogna delle loro balle in materia di contenimento dell’immigrazione. Per questo è tornato in mente un metodo già visto nel nostro Paese, quando il potere o frange deviate delle istituzioni si dedicavano ai dossieraggi per ricattare chi risultava scomodo.

Ieri, dunque, c’era l’occasione per spazzare via questa ipotesi, dichiarando semplicemente chi ha fatto quel video postato dal segretario della Lega, e possibilmente perché. Ma come fanno i clan della vecchia scuola, il partito del Carroccio è stato muto come un pesce. E inviando lo sfuggente sottosegretario Molteni ad affrontare il question time alla Camera, ha ulteriormente alimentato i timori sulla faccenda.

Lasciando un unico elemento più che sicuro: i politici reticenti sono un’indecenza. E questo vale ancora di più se chi sceglie il silenzio di fronte a un sospetto tanto grave è famoso per essere un chiacchierone. E sulle chiacchiere Salvini non si batte.