L'Editoriale

La stampa, Roma e il potere

Mentire, nascondere, assecondare il potere. I nuovi comandamenti sulle tavole di Mosè del giornalismo italiano non lasciano scampo.

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La stampa, Roma e il potere

Mentire, nascondere, assecondare il potere. I nuovi comandamenti sulle tavole di Mosè del giornalismo italiano non lasciano scampo a una professione che da cane da guardia della democrazia s’è ridotta a scodinzolare col Gran Visir di turno. Facciamo un esempio a caso, ma c’è l’imbarazzo della scelta.

A Roma negli ultimi cinque anni quasi tutti i giornali e le televisioni hanno raccontato senza sosta della città invasa dai rifiuti, dei cinghiali in libertà e degli autobus in fiamme per colpa della sindaca Raggi, dei 5 Stelle. I cittadini ci hanno creduto e si sono affidati al Pd Gualtieri, che piace alla gente che piace, a partire dagli editori dei giornali, e quindi di chi ci lavora e vuole far carriera, o per lo meno tenersi il posto.

Così il neo sindaco promette di pulire la città prima di Natale, e nonostante alcuni squallidi trucchetti – come i bonus al personale e l’assunzione di addetti giusto per qualche settimana – fallisce in larga parte l’obiettivo (leggi l’articolo). I cronisti d’assalto che perseguitavano la vecchia Giunta avrebbero formato un plotone d’esecuzione, ma Gualtieri è perdonato. Poi capita che in poche settimane brucino tre autobus del Comune, ma anche qui la notizia non fa gola, e nessuno ne parla.

Più clamorosa di tutte è però la morte di due ragazze in un incidente stradale, pare a causa di un cinghiale. Non qualche residente che protesta, ma due giovani morte, anche queste silenziate da carta stampata e telegiornali. Un gioco sporco, insomma, che se copre così accuratamente fatti tanto plateali chissà come ci nasconde bene i grandi affari.

Leggi anche: Fallito il piano anti-rifiuti di Gualtieri. Il sindaco dem sbandiera che Roma ora è più pulita. Ma poi è costretto ad ammettere che molti quartieri sono ancora sommersi dall’immondizia.