L'Editoriale

Toti e i veri meriti del ponte di Genova

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, deve avere un fratello gemello, perché quello che ieri parlava del nuovo ponte di Genova come un modello per l’Italia non può essere lo stesso che ha cercato di tenere in gioco per mesi la società Autostrade dei Benetton. Fu invece l’allora ministro Danilo Toninelli, con la copertura di tutto il Movimento Cinque Stelle e contro le resistenze della Lega (alleata di Toti) a pretendere che l’opera venisse affidata a un soggetto diverso da quello che deve ancora rispondere dei 43 morti e del crollo del viadotto.

Giornalista non proprio d’assalto – la migliore qualità per far carriera – Toti deve a Berlusconi la direzione di un Tg Mediaset, il finto incarico di coordinatore di Forza Italia e la presidenza della Regione. Regali di cui si è dimostrato riconoscente saltando giù dal carro del Cavaliere per traslocare nell’orbita di Salvini con un proprio partitino dallo zero virgola. Una mossa affrettata, sincronizzata sul fuso orario del Papeete e di una tornata elettorale sventata dalla nascita del Governo Conte2.

Un errore politico monumentale per il leader della Lega, che auto-confinatosi all’opposizione deve guardarsi le spalle persino dai suoi colonnelli Giorgetti e Zaia, mentre nel Centrodestra cresce la voglia di un Esecutivo tecnico pur di tornare a contare e mandare a casa i Cinque Stelle. In questo quadro al povero Toti non sembra vero di riavere il ponte, e non per buttarsi di sotto, ma per salvare la faccia con un po’ di passerella. Una smania di palcoscenico che non poteva perdere l’occasione dei vincoli sanitari per il Coronavirus.

Ecco arrivare così un’ordinanza regionale che permette ai liguri di circolare molto più di quanto sia possibile fare nel resto d’Italia a causa di un Presidente del Consiglio che ha messo tutto sotto chiave. Ora la ripartenza dei contagi in Francia e Germania gli dà evidentemente ragione, ma questo non basta se in cima alle priorità non c’è la salute dei cittadini. E in Liguria, dove le elezioni locali si avvicinano, seppure i decessi per Covid restano elevati, Toti sa bene che i morti non votano.