A caval donato non si guarda in bocca e quindi grazie alla famiglia Agnelli, a Silvio Berlusconi e a Giuseppe Caprotti, figlio del fondatore di Esselunga, per aver donato dieci milioni ciascuno e respiratori da destinare ai nostri ospedali. Certo, se consideriamo i patrimoni di questi signori è stato più generoso il Movimento 5 Stelle, che in netto anticipo ha tirato fuori tre milioni. Ma nel Bene non è la misura che conta, e in questa fase dell’epidemia di Coronavirus tutti dobbiamo e possiamo fare qualcosa.
Alle famiglie impaurite, ai lavoratori che rischiano il posto, alle imprese che non sanno se riapriranno, non si possono chiedere contributi economici, e anzi c’è da sperare che si concretizzino presto gli aiuti stanziati nella manovra da 25 miliardi per affrontare la prima fase dell’emergenza. Famiglie, lavoratori e imprese possiamo fare però ugualmente molto, non abbassando la guardia rispetto alla limitazione della circolazione imposta per fermare il contagio.
Un’imposizione faticosa, che dopo una settimana sta diventando insopportabile, tanto che aumentano gli indisciplinati e i sapientoni che straparlano di “dittatura sanitaria”, senza vergogna per le 2.500 vittime e le altre duemila persone in terapia intensiva. Purtroppo siamo in guerra, e se per fortuna non combattiamo tra le bombe come i nostri padri e i nostri nonni, questo vuol dire fare sacrifici, non considerando in tale categoria qualche cantatina sui balconi. Dunque non molliamo la guardia, non è ancora il momento. E dopo saremo più forti e Fratelli d’Italia per davvero.